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La rivoluzione del decoder

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Una sentenza che cancella i limiti territoriali imposti dalle vecchie regole

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Sedicianni dopo il calcio europeo vive un'altra rivoluzione: nel 1995 il semisconosciuto giocatore belga ottenne l'apertura delle frontiere comunitarie per i calciatori, oggi l'ancor meno nota proprietaria di un pub di Portsmouth manda all'aria l'intero sistema di vendita dei diritti sportivi, giudicato «contrario alle norme sulla concorrenza» dalla Corte di giustizia europea. La rivoluzione è grande. In pratica, le leghe nazionali non potranno più vendere i diritti tv su base territoriale, perché ogni emittente continentale dovrà avere la possibilità di acquistare e produrre le partite di Serie A, Premier League, Liga e via dicendo. E ogni cittadino europeo dovrà poter scegliere la televisione preferita, senza alcun vincolo determinato dalla residenza. Per capire meglio la portata del parere espresso dalla Corte, basta raccontare la storia della signora Murphy. Per garantire ai propri clienti la visione della Premier evitando esborsi esorbitanti, la titolare del pub «The Red White and Blue» decise anni fa di sottoscrivere un abbonamento con una pay-tv greca, dotandosi di scheda e decoder per sole 800 sterline l'anno, contro le 700 mensili richieste da Sky, titolare dei diritti inglesi della Premier: un risparmio eccezionale, e nel caos del locale il pubblico non faceva certo caso al commento greco. Arrabbiati per i mancati introiti, Premier League e Sky hanno portato la vicenda in tribunale, uscendone però sconfitti. «Una normativa che vieti l'importazione, la vendita o l'utilizzazione di schede di decodificazione straniere – ha spiegato la Corte europea – è contraria alla libera prestazione dei servizi». Mercato libero, dunque: nessuna restrizione alla vendita, nessuna esclusiva assoluta alle emittenti e nessun divieto per i cittadini di scegliere la piattaforma straniera preferita. Il parere dell'Alta Corte ha provocato «sollievo e una grande emozione» nella signora Murphy, ma creerà diversi problemi alle leghe nazionali. Dalla vendita dei diritti 2012-15, per esempio, la serie A ha appena ricavato quasi due miliardi e mezzo di euro, 1683 milioni dalla sola emittente satellitare Sky. Riuscirà a ottenere altrettanto in futuro, quando i prezzi degli abbonamenti delle pay-tv dovranno adeguarsi alla libera concorrenza europea? «La sentenza – dice Sky Italia – avrà implicazioni su come organizzazioni quali la Premier League struttureranno la vendita dei diritti in Europa. Stiamo analizzando la situazione, ma questo non cambia in alcun modo il nostro impegno a garantire programmi e contenuti di qualità». «Il parere della Corte - ha osservato Camiglieri, presidente della «Open Gate Italia» - potrebbe impedire alla Lega di vendere i diritti satellitari all'estero: i club di serie A perderebbero 80 milioni l'anno. E potrebbero risentirne anche l'Olimpiade di Londra 2012».

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