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Gasperini obbligato a vincere

Gli allenatori di Inter e Roma, Gian Piero Gasperini e Luis Enrique

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Stavolta bisogna vincere. Stavolta non ci saranno partite d'appello, il bonus è esaurito: il piemontese Gasperini deve tornare da Novara con una prestazione convincente, ma soprattutto con la prima vittoria stagionale, altrimenti l'esperienza sulla panchina dell'Inter, occasione attesa una vita, svanirà dopo appena due mesi. "Novara crocevia decisivo? Per me ogni partita è una finale – ha spiegato l'allenatore nerazzurro – e voglio vincere sempre. In ogni caso il rodaggio è finito: contro la Roma abbiamo giocato bene, creando diverse occasioni soprattutto nel primo tempo. Una vittoria ci avrebbe regalato maggiore entusiasmo, ma presto saremo lucidi e riusciremo a concretizzare il gioco espresso. Dobbiamo ancora migliorare, ma siamo sulla buona strada". La partenza-shock, con tre sconfitte e un pareggio nelle prime quattro gare ufficiali, sembra insomma non preoccupare Gasperini. "Siamo soltanto all'inizio – ha osservato il tecnico di Grugliasco – e tra qualche settimana la classifica sarà diversa e meglio definita. E poi sento spesso Moratti e voglio ringraziarlo per il sostegno ricevuto: dall'esterno sembra quasi che il presidente voglia imporre delle scelte, in realtà mi spinge ogni giorno a portare avanti le mie idee". Ma quali sono i mali dell'Inter? Perché tante difficoltà? Gasperini rifiuta con vigore l'idea di una squadra logora e depotenziata rispetto alle scorse stagioni. "Il mercato estivo non ci ha aiutato – ha ribadito l'allenatore nerazzurro – ma soltanto perché ha rivoluzionato la rosa negli ultimi giorni d'agosto: non abbiamo avuto il tempo per allenarci insieme e conoscerci, ma la rosa è completa e competitiva". Ma non è tutto. La partenza a rilento ha un'altra spiegazione. "In questo primo periodo non siamo certo stati fortunati – ha aggiunto Gasperini – abbiamo raccolto poco per colpa di alcuni episodi. A cosa mi riferisco? Per esempio il rigore negatoci a Palermo, o ancora al fallo di Burdisso su Sneijder. Nulla di torbido, sia chiaro, ma nessuno ne ha parlato, e invece nel calcio basta poco, un episodio può cambiare una partita". È solo questione di tempo e sfortuna, dunque. Per questo il progetto prosegue senza dubbi né incertezze, e stasera si riparte dal 3-5-2 sperimentato contro la Roma. "Solo in Champions abbiamo cambiato impostazione – ha spiegato Gasperini – per il resto si è parlato tanto del modulo, della difesa a tre, ma il problema maggiore era rappresentato dalla consistenza del centrocampo. Gli infortuni ci hanno penalizzato, ma con la Roma abbiamo trovato una buona solidità". Stasera, però, la solidità non basterà. A Novara (e sabato a Bologna) bisogna vincere. "Sarà una partita insidiosa – ha concluso Gasperini – loro sono all'esordio davanti al proprio pubblico, hanno giocatori di qualità e un'ottima organizzazione. E poi dovremo adattarci al campo sintetico e alla velocità della palla. Ma siamo in crescita, e abbiamo bisogno di nuove risposte positive". E soprattutto dei tre punti.

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