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Rifarei tutto così

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Luis Enrique

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La Roma giocherà solo la domenica, turni infrasettimanali di campionato a parte. Non succedeva dalla stagione 1997/98, la prima con Zeman in panchina. Un colpo al cuore del progetto appena iniziato, una batosta dura da digerire per un ambiente già in agitazione. Pesa il ritardo della programmazione, per colpa di un passaggio di proprietà avvenuto con lentezza inaccettabile. Mancano i giocatori, nelle prime uscite ufficiali la Roma è scesa in campo con formazioni inaccettabili. Ma al centro di tutto finisce Luis Enrique, che dopo aver escluso il capitano a Bratislava ieri lo ha sostituito con Okaka senza una motivazione logica e ha indirizzato la serata verso il tracollo. Totti, tra l'incredulo e l'imbufalito, ha lasciato il campo senza passare per la panchina. Doccia veloce e via dallo stadio, scortato da Vito Scala. In silenzio, proprio mentre Luis Enrique si è presentato davanti alle tv. «Rifarei quello che ho fatto, penso sempre al bene della squadra - dice l'allenatore - e non devo giustificarmi. In quel momento era la soluzione che ritenevo giusta: mi serviva un giocatore più fresco. E chi dice che con Totti in campo avremmo vinto? Non ho nulla contro di lui, il mio obiettivo è ottenere il massimo da questo gruppo in cui c'è dentro anche Francesco». Vaglielo a spiegare, adesso. In sala stampa la conferenza diventa un processo. «Non abbiamo formule magiche, ci serve tempo - spiega Luis Enrique - e non è questo il momento dei bilanci. Abbiamo appena iniziato, il nostro calcio non può essere quello del Barcellona, loro hanno Messi, Iniesta, Xavi e Puyol». Qui sono arrivati Bojan, Josè Angel e Osvaldo e li ha chiesti tutti lui. La società continuerà a difendere il tecnico fino a quando sarà possibile. I tifosi lo stanno già scaricando. «Mi dispiace - aggiunge l'allenatore - rispetto i loro fischi, il risultato è orribile, peccato aver sbagliato diversi gol». Ma tutto è cambiato dopo la maledetta sostituzione. Se ne parlerà per almeno venti giorni, «e io non mi farò condizionare» promette il tecnico. «Quando è uscito Totti ci siamo sgonfiati. Quel cambio però ci poteva stare perché Francesco aveva corso tanto» dice il ds Sabatini, contestato ieri in tribuna. «Ma a Palermo - ricorda - fui criticato per l'acquisto di Hernandez...».

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