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Fabiana Pellegrino Il dubbio è se in soffitta abbiano un ritratto che invecchia al posto loro, perché queste signore dello sport sono quarantenni d'acciaio, in forma come a vent'anni, che giocano, si sfidano e vincono, sempre di più.

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Lesignore assomigliano al Faust di Goethe anche se l'anima, stavolta, è solo finita in prestito a un diavolo chiamato sport, ben più benevolo dell'originale Mefistofele. Capaci di abbattere i muri del tempo, di convivere con età, rughe, stanchezza e famiglia con una costanza e una dedizione tipicamente femminili, come lo è la volontà incrollabile che le rende un miracolo di longevità. La canoista di ferro, 47 anni il prossimo settembre, due figli e un altro salto nella storia con il pass per la sua ottava olimpiade. E poi Alessandra Sensini, quarantunenne di razza, in cerca della sua qualificazione a Londra 2012 (la sua sesta olimpiade) ai mondiali di vela in programma dal 3 dicembre a Perth. E ancora l'inossidabile Valentina Vezzali, classe 1974, che corre verso i Giochi del prossimo anno a caccia del quarto titolo olimpico consecutivo. Per loro, come per Merlene Ottey, la giamaicana che ha corso nei 100 metri a 47 anni e 77 giorni o la storica Martina Navratilova, che a 46 anni e tre mesi si è portata a casa un torneo del Grande Slam (il doppio misto in Australia nel 2003), l'età è roba da anagrafe, un dettaglio di inchiostro sulla carta d'identità. Gli anni veri sono quelli che si sentono nelle gambe e nelle braccia, ma soprattutto nella testa.

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