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Giallorossi in scena a Valencia. Luis Enrique si divide tra campo e mercato «Non importa il risultato, voglio vedere il gioco. Ma mi aspetto altri arrivi»

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LaRoma attende momento e prezzo giusto per quei tre/quattro/cinque innesti necessari, Luis Enrique aspetta, spera e la prende con filosofia. «Il mercato è in un periodo di attesa - analizza l'asturiano di ferro - non ci sono novità e tutti stanno trovando difficoltà nel comprare. Mi piacerebbe avere al più presto i giocatori che stiamo cercando, ma non dipende da me. Non so se li avrò prima o dopo il playoff di Europa League, l'importante è che arrivino». Arriveranno, anche se Luis Enrique non sa ancora quando e si diverte a non incollargli nomi e ordini di priorità: «Non parlo di chi dobbiamo acquistare, farlo pubblicamente sarebbe ridicolo e farebbe crescere i prezzi e le difficoltà. Per arrivare al meglio dobbiamo lavorare in silenzio, come stiamo facendo». Il silenzio è d'oro, insomma. Anche se a Lucho non dispiacerebbe affatto avere dei dubbi dettati dall'abbondanza: "Meglio Nilmar o Osvaldo? Li prendereri tutti e due, così non ci sono problemi per nessuno. Nella mia rosa ideale due giocatori per ogni ruolo più tre portieri e alcuni Primavera potrebbero essere la soluzione ideale. Per un totale, più o meno, di 26-27 giocatori. Più siamo, di qualità, e meglio è». Per il momento, però, bisogna fare i conti con quello che passa il convento. E Luis Enrique, a parole, ne è molto contento: «Non vedo problemi con Borriello, si allena bene e conto su di lui al cento per cento. Per Pizarro vale lo stesso discorso, lavora bene e può giocare sia da interno che da regista». Anzi, per sostenere la compatibilità del cileno con il «calcio associativo», c'è spazio anche per un paragone impegnativo: «Si dice che anche Iniesta tenga troppo il pallone, ma poi lo passa al momento e all'uomo giusto. L'importante è avere nei piedi e nella testa il giusto tempo del passaggio». Nessun problema con nessuno, sostiene Luis Enrique. «Sono contento di tutti, del modo in cui si stanno allenando e stanno assorbendo il nuovo metodo di lavoro». Anche di Totti, reduce da un'altra settimana di dibattito altrui (con smentite ranieriane) sulla sua presunta pigrizia: «Sono contento anche di Francesco, non voglio parlare del passato e non voglio entrare in una polemica». La contentezza riguarda anche le mirabolanti imprese di Lamela al Mondiale Under 20: «Non sono preoccupato per il suo ritardo, mi interessa solo che giochi bene, si senta importante e dimentichi il suo anno con il River». Chissà se Luis Enrique sarà così felice anche dopo il test di extralusso con il Valencia. «Siamo sulla strada giusta - dice - e al livello in cui dobbiamo stare in questo momento. La sfida di stasera, contro un avversario di rango, sarà probante. Il risultato non mi interessa, voglio solo vedere dei miglioramenti. Non ho convocato De Rossi perché ha giocato 60 minuti ad alto ritmo con la Nazionale. Stekelenburg? Può giocare».

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