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Il Giro ricorda Weylandt con la "tappa del lutto"

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La squadra dei Leopard in cui correva il ciclista belga Wouter Weylandt

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Hanno sfilato come un corteo funebre, da Quarto dei Mille a Livorno, i 206 ciclisti partecipanti alla quarta tappa del Giro d'Italia. Tutti in fila e allineati, tutti alla stessa velocità di 37 chilometri orari e tutti con un drappo nero annodato al braccio, per ricordare Wouter Weylandt, il ciclista belga di 26 anni morto ieri dopo aver battuto la testa alla fine del rettilineo di Passo del Bocco. Anche il popolo dei tifosi e degli appassionati del Giro ha voluto ricordare il corridore esponendo una enorme maglia rosa con scritto il numero 108 e le parole "Dedicato a Weylandt" in un tratto di passaggio. Quella di oggi è stata la "tappa del lutto", una frazione di 216 chilometri interamente dedicata al giovane belga e dunque non valida per la classifica finale. "Ogni squadra si è alternata per 10 chilometri in testa al gruppo", ha spiegato il direttore del Giro Angelo Zomegnan, mentre la squadra belga dei Leopard ha tagliato il traguardo in un cordone unico. Prima della partenza i corridori avevano osservato un minuto di silenzio. I FAMILIARI DI WEYLANDT SUL LUOGO DELL'INCIDENTE Intanto questa mattina i genitori di Weylandt e la compagna e futura mamma Anne Sophie sono tornati a Passo del Bocco, proprio sul luogo dell'incidente in cui ieri ha perso la vita il ciclista. La mamma si è fermata a lungo a guardare e fotografare quel fazzoletto di terra che le ha portato via il figlio, mentre la giovane vedova di Weylandt, col pancione, aveva con se un paio di scarpe da ginnastica del marito. COMPLETATA L'AUTOPSIA Wouter Weylandt è morto sul colpo e «non ha sofferto». Lo ha detto il medico legale Armando Mannucci al termine dell'autopsia sul corpo del ciclista belga morto ieri durante la terza tappa del Giro d'Italia a Rapallo. Secondo gli accertamenti medicolegali, le lesioni riscontrate sul cadavere sono compatibili con la ricostruzione dell'incidente fatta dalla polizia stradale. Secondo il medico, fatale per il ciclista belga è stata la proiezione del corpo sull'asfalto, che ha provocato un trauma cranio-facciale mortale, con lesioni alla base cranica, profonde lesioni viscerali oltre alla frattura di una gamba e lesioni al bacino. Il medico legale ha disposto gli esami tossicologici di routine inviando i campioni dei tessuti degli organi interni all'istituto di medicina legale di Genova. LA TAPPA DI DOMANI Dopo la frazione di Livorno, corsa per onorare il ricordo di Wouter Weylandt, domani il 94esimo Giro d'Italia proverà a ritornare, lentamente, un avvenimento sportivo. Si celebra la quinta tappa, la Piombino-Orvieto di 191 chilometri, con tratti di sterrato nel finale che renderanno ancora più insidiosa una giornata di per sè complessa e ricca di insidie. Il percorso non è mai monotono, con rifornimento al bivio di Montenero, sulla strada che porta al traguardo volante di Arcidosso. Due i Gpm di terza categoria da affrontare, a Saragiolo e, soprattutto, a Croce di Fighine, quando all'arrivo mancheranno 36 chilometri con tanti tratti di sterrato che potrebbero dare il la ad azioni personali che scongiurino la volata, ristretta o di gruppo.

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