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I miracoli di Lorenzi e la sfida con Nadal

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Il medico di Siena è tornato. Dodici mesi dopo l'impresa della vita realizzata contro Albert Montanes, allora numero 31 mondiale, Paolo Lorenzi atterra sui campi del Foro Italico e decide di aggiornare il libro dei record personali, sorprendendo il mancino Thomaz Bellucci, numero 22 e recente semifinalista a Madrid. Sabato scorso, alla Caja Magica di Madrid, il talentuoso brasiliano ha rischiato di metter fine all'imbattibilità di Djokovic, dominandolo per un set e mezzo. Ieri, sul piccolo campo numero 10 del Foro, ha subito il gioco estroso del settimo giocatore italiano. Come è possibile? «Non lo so - ha spiegato a fine match un sorridente Lorenzi - sicuramente ho giocato un match perfetto. O quasi». Quasi? «Nel tie-break del primo set potevo servire meglio - ha osservato Lorenzi sceso dal numero 83 al 148 - sul 5-2 ho tremato e ho permesso a Bellucci di rientrare. Per fortuna ho chiuso 7-5». Poi la discesa fino al 5-1 del secondo set, la reazione del brasiliano («Ha indovinato un paio di risposte»), fino al momento della verità sul 5-3, quando il senese ha chiuso il match a suon di serve and volley, come avrebbe fatto il suo idolo d'infanzia Boris Becker. Da Montanes a Bellucci, dal vecchio campo 5 al nuovissimo campo 10, cambiano i fattori ma il risultato è lo stesso. Quali sono i segreti di Lorenzi? Applicazione, concentrazione («Quando servo non batto la pallina per terra, sfioro il piatto corde prima di lanciarla: è un'abitudine») e la magia del Foro Italico. «Giocare a Roma è fantastico - ha confessato l'azzurro - il pubblico è meraviglioso, il migliore al mondo. Mi sostiene sempre, anche nei momenti di difficoltà». E poi c'è la scaramanzia. «L'anno scorso mi ero presentato in sala stampa con la maglia della Fiorentina, la mia squadra del cuore, ma amo cambiare. Stavolta sono sceso in campo con la divisa del Brasile: vi è piaciuta? L'ho inaugurata domenica nel secondo turno di qualificazione, contro Gianluca Naso. Ai miei amici è piaciuta molto e allora ho deciso di riproporla. Vuoi vedere che porta bene?». Tanta gioia in una giornata piena di delusioni per l'Italia (hanno perso Bolelli, Fognini e Cipolla) e un piccolo rimpianto per il 29enne Lorenzi. «Mi piacerebbe tornare indietro dieci anni, essere giovane e giocare le mie carte» anche vero, del resto, che senza l'esperienza maturata in giro per il mondo, volando da una parte all'altra per disputare tanti tornei, non avrei realizzato queste imprese». Una vita da giramondo che ha rallentato gli studi del senese, iscritto alla facoltà di Medicina. «Per un tennista non è facile laurearsi - ha raccontato Lorenzi - mi manca anatomia, non riesco a superarla, è un disastro. Però non voglio mollare: mi piacerebbe diventare medico sportivo in futuro, ci tengo e spero di realizzare il mio sogno prima o poi». Nel frattempo, oggi pomeriggio, lo attende Nadal sul campo Centrale per una sfida impossibile. «Incontrare Rafa è difficile - ha dichiarato Lorenzi - lui è fortissimo, non a caso è il numero uno al mondo. Certo, se proprio devo scegliere, meglio affrontarlo qui a Roma davanti al proprio pubblico». Missione impossibile: basterà la maglietta portafortuna del Brasile?

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