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Le due «facce» contrapposte della Roma

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Dovevaessere un passaggio di consegne graduale, nel tentativo di valutare quali «teste» salvare per un futuro in espansione. Alla ricerca della strada migliore da percorrere tutti assime per il bene della Roma. Quella di Trigoria è diventata invece terra di battaglie intestine, dove si combattono guerre di successione senza precedenti, o si rispolverano napoleoniche armate sgrammaticate attorno a tavole bandite d'ognicosa e improbabili commensali pronti a tutto. E probabilmente la digestione lenta ha sconquassato teste e fatto smarrire lucidità apparenti, fin troppo spesso sopraffatte da ego e voglia di protagonismo. Quella della comunicazione è l'ultima follia in questo momento di inevitabile vacatio legis tra passato e futuro. Quando succedono vicende simili in genere le cose posso essere due: o qualcuno non è stato abbastanza chiaro nello spiegare chi deve e dovrà far cosa, oppure chi doveva capire sta facendo finta di non comprendere il messaggio. Da Boston DiBenedetto & Co., alias i nuovi proprietari, si sono affidati a una società di comunicazione che sarà quella del futuro (anche se come tutte le cose «working in progress» andrà magari integrata e meglio strutturata). Ma una volta tornati a Roma l'attuale dirigenza comunica che nessuno ha diritto di parlare «in giallorosso» tranne l'ufficio stampa ufficiale. Tutto giusto, tanto di cappello per chi a Trigoria lavora con solerzia (e oggettivamente in un clima difficile) da anni: i «soldati» non si toccano... mai! Ma qualcosa non torna. Qualcuno sta giocando una partita che potrebbe non esser più sua... suo malgrado.

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