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De Rossi paga doppio

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Daniele De Rossi

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Se lo aspettava, ma fa male lo stesso. Daniele De Rossi viene colpito duro da due mani diverse: la Uefa ha sanzionato con tre giornate di squalifica la gomitata rifilata a Srna nel ritorno degli ottavi di Champions con lo Shakhtar, mentre Prandelli e la Figc hanno deciso di non convocarlo per le prossime due trasferte della Nazionale in Slovenia il 25 marzo (qualificazioni Euro 2012) e in Ucraina (amichevole) il 29. Fa male, ma a De Rossi poteva pure andare peggio: sei turni di stop. Nella sentenza non ha pesato più del dovuto il precedente dell'andata con gli ucraini, quando lo stesso De Rossi colpì Chygrynskiy e se la cavò nonostante la prova tv fornita dallo Shakhtar. La Roma è riuscita a limitare i danni grazie alla memoria difensiva preparata dagli avvocati Conte e Crespo, grazie alla quale è stata dimostrata la provocazione di Srna confermata anche da Lucescu. I legali tendono a escludere la possibilità del ricorso, la Roma sembra pensarla allo stesso modo, anche per evitare il rischio che l'appello si trasformi nell'aumento della sanzione. De Rossi dovrà quindi saltare la prossime tre partite in campo europeo, di qualsiasi competizioni si tratti: preliminari o gironi di Champions League, oppure Europa League. Ed è la cosa che gli dispiace di più, ricordando come si è già espresso sullo stop in nazionale imposto dal nuovo codice etico azzurro: «Se Prandelli non mi chiama pazienza, lo prenderò come un riposo premio e di certo non mi fa schifo» dichiarazioni che non sono affatto piaciute alla Figc. Per «par condicio», neanche Balotelli verrà convocato, dopo l'espulsione nell'ultima gara di Europa League con il Manchester City. Il codice etico della Roma costerà invece a De Rossi una multa salata. Ma sono altri i motivi che hanno portato il centrocampista a sfogarsi dopo il derby. «Le cose peggiori su di me le sento a casa mia» ha sottolineato con amarezza, a dimostrazione di un disagio già evidente. De Rossi, come è successo a Totti, non si sente più amato dalla «sua» Roma. Dentro il suo malessere c'è un po' tutto: situazioni all'interno di Trigoria che lo hanno nauseato (ricordate i famosi «papponi?»), i commenti severi alle sue prestazioni e le critiche dei tifosi sempre più accese. De Rossi sperava di potersi sentire più protetto nel suo mondo, quello dal quale ha giurato di non voler mai uscire. Ma adesso le cose sono cambiate. Il contratto in scadenza nel 2012 non è ancora rinnovato e i propositi di «fuga» sono sempre più frequenti. Cosa ne pensano a Boston? DiBenedetto e i suoi uomini sono consapevoli dell'importanza del giocatore e dell'effetto boomerang che scatenerebbe l'eventuale cessione: quale nuova proprietà può presentarsi a Roma e vendere il capitano del futuro? E poi, con chi sostituirlo? Non bisogna dimenticare che la scorsa estate la banca ha rifiutato un'offerta molto allettante del Chelsea. Solo in un caso gli americani non lasceranno De Rossi al centro del progetto: se sarà lui a chiedere di partire. Difficile, ma non più impossibile.

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