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SMITH Fidatevi di me

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Nesa qualcosa l'Armani Jeans rispedita a casa a testa bassa da una prova da leader di Charile Smith. «Sono stato chiamato a Roma - dice la guardia statunitense della Lottomatica - per fare soprattutto questo. Fino ad oggi per me, ma anche per la squadra, è stata una stagione alterna. Con Milano abbiamo vinto una partita importante ma non può bastare». La gente domenica ha visto forse la sua migliore prestazione stagionale. «Credo che un giocatore non possa essere giudicato solo per i punti che segna. Il coach ci chiede una grande dedizione ed attenzione anche in difesa. Un aiuto, una palla recuperata, un assist o un rimbalzo possono valere quanto o anche più di un tiro da tre. A me non pesa prendermi responsabilità. L'ho sempre fatto. Contro l'Armani Jeans è stato anche merito della squadra mettermi in ritmo al momento giusto. Io ho solo atteso che la partita scivolasse verso di me». Lei non sembra aver risentito dell'avvicendamento tra Boniciolli e Filipovski. «A Matteo mi lega un rapporto di grande amicizia. È stato lui a lanciarmi anni fa nel basket europeo a Udine e di questo gli sono grato. Mi ha voluto a Roma e mi è dispiaciuto che il rapporto si sia interrotto in corsa. Ma siamo tutti professionisti e sappiamo quali sono le regole dello sport. Anche con Filipovski ho un ottimo rapporto. E' un coach che chiede tanto in palestra. ma a me questo non spaventa». Lei però nei mesi scorsi è stato spesso in discussione. «Questo può accadere ma la cosa non mi condiziona. Io so che devo dare il massimo per la Lottomatica. Ho avuto in avvio di stagione alcuni problemi fisici che non mi hanno consentito di trovare la forma giusta. Non sto a sentire le voci che mi riguardano, ma penso solo a lavorare per migliorarmi». L'impressione è che la squadra sia, nonostante la lunga serie d'infortuni, in costante crescita. «Abbiamo cambiato alcune cose in difesa e in attacco. Cerchiamo di fare dei passi in avanti di partita in partita. Abbiamo avuto una serie di contrattempi impressionante e questo ci ha sicuramente condizionato. Resto convinto che possiamo dare molto di più. Ma queste sono parole e la regola rimane la stessa: lavorare in palestra per crescere e arrivare a centrare lingresso ai playoff. Lì poi potremo giocarci le nostre possibilità».

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