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Esame di maturità

Edy Reja della Lazio

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Stavolta li tiene tutti sulla corda fino alla fine. Reja disegnerà la Lazio anti-Chievo solo nelle ore immediatamente precedenti la partita. Contravvenendo a un'abitudine radicata, infatti, il tecnico non ha provato l'11 titolare nell'ultima rifinitura ma ha completamente mischiato le carte, lasciando nel dubbio addetti ai lavori e giocatori stessi. Così, anche quello che sembrava scontato, i ritorni in campo di Zarate e Matuzalem, è tornato in discussione. «Il Chievo è una squadra che corre molto - ha detto il tecnico - e per questo va affrontata tenendo gli stessi ritmi. Giocherà solo chi sta bene». Nonostante pretattica e depistamenti, alla fine il brasiliano e l'argentino dovrebbero comunque trovare posto dall'inizio. Matuzalem magari non giocherà tutti i 90 («non è ancora al 100%», ha confessato il tecnico), mentre Zarate, complice una settimana di allenamenti affrontata per una volta con la giusta intensità, è pronto a dimostrare di funzionare bene al fianco di Kozak. Suggestioni, così come quella relativa al ballottaggio Mauri-Gonzalez. Solo alla lettura delle formazioni, poco prima delle 15 all'Olimpico, si avranno risposte certe. E allora non resta che concentrarsi su una sfida che per la Lazio rappresenta un banco di prova importante per due motivi. Innanzitutto, per confermare di essersi messa alle spalle il periodo più buio del campionato. In secondo luogo per dimostrare di saper fare risultato anche contro le «piccole», le squadre che vengono all'Olimpico per chiudersi contro le quali bisogna imporre il proprio gioco. «Non esistono partite alla portata - ammonisce saggiamente Reja - ma noi siamo in ripresa e a poco a poco sto ritrovando quell'intensità che voglio dai miei». Il Chievo, in ogni caso, attraversa un grande momento di forma, anche se Pioli alla fine potrebbe decidere di far riposare alcuni dei protagonisti del successo sul Napoli. Tra i maggiori indiziati, proprio gli autori del due gol dei partenopei Moscardelli e Sardo. Sugli spalti non ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. Ieri sera erano stati venduti appena settemila biglietti, nelle migliore delle ipotesi si va verso i 22-23 spettatori. Segno di una squadra che, nonostante un campionato largamente al di sopra delle aspettative, non riesce a scaldare il cuore dei propri tifosi: «Nel girone d'andata ci riuscivamo - controbbatte Reja - poi il nostro 2011 non è stato eccezionale dal punto di vista del gioco. Ma speriamo di tornare a quel tipo di prestazioni e di riavere il sostegno di tutti. Ne abbiamo bisogno». In ogni caso, insiste l'allenatore, «non mi sembra che le squadre che lottino per le nostre stesse posizioni stiano facendo molto meglio. Basti guardare la Roma, il Napoli o la Juve. Anche l'Inter, se Chivu fosse stato espulso, difficilmente avrebbe vinto a Bari». Per tornare la Lazio spumeggiante di inizio campionato sarà necessario soprattutto il recupero ad altissimo livello di Hernanes («ha bisogno di ritrovare la migliore condizione e, al tempo stesso, la convinzione e il morale») ma da questo punto di vista «il punto conquistato a Milano ha galvanizzato i ragazzi». Poi, se si dovesse raggiungere l'obiettivo Europa, verrà anche il momento di discutere il rinnovo. «Non mi va di parlarne adesso - ha frenato Reja cercando di porre fine a una settimana contrastata - perché ogni volta che si nomina il mio contratto porta male. Abbiamo degli obiettivi e c'è un accordo con la società. Però ci confronteremo solo ad aprile-maggio. Ho sempre fatto così e continuerò a farlo».

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