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La notte giusta per esaltare i giallorossi

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Unoscugnizzo napoletano che ha messo radici nel Nordest e che la sua nuova identità ha rispettato negandosi a sirene illustri, su tutte quelle juventine. Una storia che richiama alla mente quella di un lombardo, Gigi Riva, fedele a quella Sardegna che subito aveva sentito come sua, rifiutando platee alle quali pochi avrebbero saputo rinunciare. L'Udinese passa due volte con i suoi fuoriclasse, il vecchio Totò e il giovanissimo Sanchez, che produce meraviglie come suggerisce il suo soprannome. Di Carlo ancora senza gol in trasferta e in serie nerissima, difficile però addebitargli il tracollo doriano, anche ieri la squadra ha governato a lungo la partita, grande quantità, occasioni ben costruite, però la qualità, prima Cassano e poi Pazzini, era volata via, sull'autostrada per Milano. Matri, core ingrato, sigla una doppietta a Cagliari e riporta in linea di galleggiamento la Juve annaspante, Toni completa l'opera, Delneri può respirare. Stasera la sfida più significativa, quella che per tanti anni ha esaltato le schiere dei tifosi, perfino quelli estranei alla realtà romanista e a quella interista. Spesso distratta contro avversari di modesto spessore, la Roma ha centrato traguardi pesanti di fronte agli ostacoli più disagevoli, ha battuto le due milanesi, ha vinto un derby nobilitato dalla sorprendente classifica laziale. Non ha mai esaltato, le è bastato battersi con cinismo e un po' di fortuna, va ricordato come all'Olimpico fosse stata la pigrizia di Adriano a favorire l'ingresso di Vucinic, determinante. Quella sera in tribuna c'era DiBenedetto, forse la spinta all'acquisto della società è stata incoraggiata, prima ancora che dalla prodezza di Mirko, dalla renitenza del brasiliano a esibirsi in pubblico senza pudore. La classifica non è avara, ma critica e tifo sono ancora in attesa di apprezzare uno straccio di gioco, fa un po' sorridire che il tecnico, alla vigilia, abbia parlato dell'esigenza di condurre la partita, mistero sul «come». Mancherà Totti, ne lamenta la mancanza Ranieri, l'immagine non offre nasi alla Pinocchio, però le perplessità sono legittime. Di sicuro, l'Inter non sarà quella dell'andata, spenta e poco convinta, Leonardo ha riportato sorrisi, la lista degli infortunati di lusso si è assottigliata, la speranza del popolo romanista è che non ci si debba appellare soltanto allo stellone per giocarsela alla pari. Al Milan non dispiace, logicamente, uno scontro diretto tra due delle inseguitrici storiche, ma sul campo del Genoa dovrà metterci del suo per venire a capo del problema. Sulla scacchiera dell'Olimpico muoveranno con sapienza i loro pezzi Reja e Pioli, due maestri di tattica, la superiore caratura della Lazio si scontra con la felice ispirazione del Chievo. Bastonata a Cremona, la formazione di Mazzarri può subito risollevarsi, il Cesena scende al San Paolo a fare barricate.

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