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Piove sul bagnato

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Delusione Zarate

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Solo chi vive a Roma sa cosa significa un derby. Soprattutto dopo che è stato giocato, per chi lo vince ma, ancora di più, per chi lo perde. Non è difficile rintracciare nella stagione della Lazio una cesura importante in quel 7 novembre 2010. I biancocelesti vi arrivano da primi in classifica, forti di una serie aperta di 5 vittorie consecutive. Ne escono con due gol sul groppone e la convinzione di aver subìto più di un torto dall'arbitro. Da allora la stagione della Lazio, tra alti e bassi, non ha più toccato i livelli di inizio stagione, segnando il punto più basso in un gennaio che Reja aveva definito cruciale senza considerare che, storicamente, il primo mese dell'anno è per le sue squadre il momento più difficile. In qualche modo la Lazio è riuscita a battere la Samp, ma poi le è toccato un altro derby che nessuno avrebbe voluto giocare in quel momento. Persa la quarta stracittadina consecutiva, senza peraltro demeritare, i biancocelesti hanno pagato il conto con un sovraccarico di nervosismo e un'unità incrinata in quel gruppo che era stata la nota più lieta del 2010. «Dobbiamo ritrovare la compattezza di un tempo», ha ammesso Mauri. «Se è questo il problema spetta a me risolverlo al più presto», ha promesso Reja. Fatto sta che a Bologna tutti i nodi sono venuti al pettine. Zarate, redarguito in settimana pubblicamente da Reja, ha perso la testa. Nella rissa che è seguita al suo gesto sconsiderato pochissimi tra i compagni hanno preso le difese dell'argentino. Gonzalez, Muslera, Diakité che ha cercato di calmarlo. Nessuno, in ogni caso, tra i cosiddetti leader dello spogliatoio. Segno inequivocabile che Maurito non è più, se mai lo sia stato, ben visto dal gruppo. Ieri, con un giorno d'anticipo rispetto al previsto, è arrivata la stangata del giudice sportivo per i fattacci del Dall'Ara. Tre giornate all'argentino, una per Dias. La società ha già annunciato il ricorso. «Ciò che ha fatto Maurito è simile al comportamento di Gimenez - ha accusato Brocchi - perché al giocatore del Bologna hanno dato solo due giornate?». Anche un improbabile sconto però non risolverebbe i problemi. A preoccupare di più, al momento, è una condizione fisica disastrosa. Situazione ora resa ancora più complicata da squalifiche e infortuni. Soprattutto in attacco, dove con Zarate e Rocchi out e Sculli uscito malconcio dal Dall'Ara, restano in perfette condizioni solo Kozak e Floccari. Per fortuna quest'ultimo si è sbloccato dopo due mesi all'asciutto, ma i numeri del reparto restano deficitari: 27 gol, ultimo attacco tra le otto battistrada. A centrocampo le cose non vanno meglio, con l'assenza di Matuzalem che ha costretto Brocchi e Ledesma a un tour de force le cui controindicazioni si stanno facendo vedere proprio adesso. Se anche la difesa, finora il reparto più affidabile, mostra delle crepe come successo a Bologna, la situazione si fa davvero difficile. Lo stesso Reja non è esente da colpe. In Romagna hanno destato perplessità l'undici iniziale e i successivi cambi, come se lo choc per aver perso il terzo derby personale avesse mandato in confusione il tecnico. «È un momento così - ha detto lui - dobbiamo sperare di uscirne al più presto tenendo la barra dritta». Il calendario, da questo punto di vista, non offre un aiuto. Due partite nei prossimi sette giorni, prima all'Olimpico con una Fiorentina assetata di punti - che tra l'altro farà debuttare l'ex Behrami appena acquistato - poi il Milan capolista a San Siro. Per quanto riguarda i derby, invece, se ne riparlerà il 13 marzo. Potrebbe per una volta essere la molla per la risalita, ma i tifosi si augurano che la scossa arrivi molto prima.

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