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Litigi benedetti

Daniele De Rossi

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Litigare aiuta a vincere. Ma come è possibile? Guardate la Roma. In corsa per lo scudetto in un campionato apertissimo, a tre partite dalla finale di coppa Italia dopo aver superato lo scoglio del derby e pronta a sfidare negli ottavi di Champions lo Shakhtar Donetsk che non è certo il Barcellona. Eppure Trigoria non è un'oasi tranquilla. Succede di tutto e ad ogni livello. Da mesi e ogni giorno. Si vinca o si perda, nella Roma c'è sempre qualche «scazzo» da chiarire. Anche dopo il quarto derby di fila vinto, che ha mandato in estasi la parte giallorossa della città, ieri Ranieri e Montali hanno dovuto prendere da parte Menez: l'allenatore e il dirigente gli hanno chiesto di mettere da parte qualche atteggiamento dannoso per la squadra (le proteste con gli arbitri, per esempio) e avvicinarsi al definitivo salto di qualità. Jeremy ha capito e annuito. A mente fredda, calmati i bollenti spiriti, la Roma riesce sempre a risolvere le grane. Anche Vucinic, uno dei più turbati in questo periodo, si è addolcito dopo il derby nonostante la delusione per non aver potuto calciare il rigore e qualche nuova battutina scambiata con Ranieri. La società ha apprezzato le sue parole («Roma va amata») e guarda avanti. Al prossimo caso. Ma finché arrivano i risultati nessuno si preoccupa più di tanto. Anzi: sembra che la squadra stia imparando a trasformare la tensione in carica positiva. Gli esclusi entrano dalla panchina e diventano decisivi. Lo ha fatto Vucinic con l'Inter, Totti con il Bayern, Borriello con il Cesena e mercoledì di nuovo il montenegrino insieme a Menez. Insomma Ranieri non è certo il miglior amico dei giocatori ma con la sua «freddezza» sta ottenendo il massimo.  Lo spettacolo no, le vittorie sì, «e in Italia contano soltanto quelle» ha ricordato dopo il poker servito alla Lazio. La Roma dei mille problemi può ancora sognare. Un caso anomalo se si pensa alla situazione societaria. Il passaggio di proprietà si avvicina («Sono ancora in corso contatti con un numero limitato di potenziali acquirenti» ha precisato ieri Italpetroli in un comunicato), la Sensi è pronta a lasciare il timone anche se ieri è tornata a Trigoria dove ormai si vede quasi ogni giorno, molti dirigenti aspettano con ansia di conoscere il loro destino, lo stesso vale per l'allenatore ancora senza contratto. Ma allo stesso tempo tutti sanno che ognuno di loro si sta giocando in questi mesi le chanche di restare a lavorare nella Roma. Si cammina su un filo dove la Roma sta riuscendo a mantenere l'equilibrio. Un miracolo? Non proprio. La rosa è forte come mai nel recente passato e l'ultima dimostrazione si è avuta nel derby. La fortuna, poi, non manca e si sa quanto aiuti. Finché dura...

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