Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Matteo De Santis Qualificazione non è sinonimo di pace.

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilbisticcio tra Totti e Nicolas Burdisso, subito dopo il pareggio di Traorè, aggiunge altra carne nel braciere dei casi, veri o presunti, di questa pazza Roma. Un litigio, quello tra il capitano e il difensore argentino, diviso in due atti: uno scambio di parole, abbastanza grosse, in campo bissato e replicato qualche minuto più tardi tra il tunnel e gli spogliatoi, quando i due «contendenti» sono stati placati dall'intervento dei compagni. La versione dei fatti offerta da Totti getta subito acqua sul fuoco: «Si è trattato di un piccolo screzio, una cosa che in campo può capitare normalmente. Non siamo riusciti a raddoppiare e Nicolas, al gol del Cluj, se l'è presa non solo con me. A lui, come a me, piace vincere. Tra un romano e un argentino è una bella lotta. Ci siamo chiariti e tra di noi è tutto a posto». Il battibecco finale, comunque, non cancella la qualificazione. «Non so se saremo la mina vagante della Champions - sorride il capitano - ma adesso può succedere di tutto. Sono soddisfatto dei miei primi tre mesi di stagione, con Borriello mi trovo benissimo e usciamo anche insieme. Segno di meno perché ho cambiato ruolo: io gioco dietro Marco adesso ma va bene così. La società? Non ci pensiamo, anche se è normale sperare che arrivi qualcuno con tanti soldi. Perché non compro io la Roma? Al massimo posso comprare una grattachecca... ». Anche l'allenatore in seconda Damiano, chiamato a parlare al posto dell'influenzato e afono Ranieri, e De Rossi sminuiscono la litigata Totti-Burdisso. «Ero distante, è normale che fine a gara ci sia un po' di nervosismo", dice il primo; «Roba di campo, ne ho viste tante e loro sono due persone intelligenti», chiude il secondo. De Rossi, poi, ritorna su cosa non ha funzionato in Transilvania, azzarda una speranza per il sorteggio e ammette il suo malumore per le voci di incompatibilità con Pizarro. «Non abbiamo lottato come all'inizio, il risultato del Bayern ci ha fatto mollare. Spero di incontrare Shakhtar o Schalke, ma battere certe squadre non è mai facile. Alcune cose, come le voci di me e Pizarro non compatibili, non mi fanno più sorridere e iniziano a pesarmi. Non mi piace parecchio del calcio italiano ma ho tante cose che mi tengono stretto a Roma. Il resto è aria fritta». Marco Borriello non si accontenta: «L'importante era passare il turno, ma dobbiamo e possiamo migliorare ed essere ancora più squadra. La spalla? Mi si è un girata un po', valuteremo a Roma ma non è nulla di grave». Anche Brighi fa un po' di autocritica. «Nella ripresa abbiamo avuto un calo di concentrazione che non possiamo permetterci». La Roma torna oggi da Cluj con la grana Julio Sergio. Il portiere, per la quarta volta in poco più di un anno, si è fatto male in occasione di un rinvio. Stavolta, durante il riscaldamento, ad un adduttore. Oggi si sottoporrà ai controlli e alle verifiche del caso. In vista del Bari da valutare anche Pizarro, Riise e Perrotta.

Dai blog