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Mauri Il simbolo del primato

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.Vestire i panni di chi va in discoteca nella settimana che precede il derby non dev'essere stato facile per chi, in passato, ha fatto i conti con le voci che lo volevano più attento alla vita notturna che agli allenamenti. Perché Roma non ha mezze misure. Sa come idolatrare un calciatore, ma appena le cose vanno male sa anche gettare addosso dei marchi difficili da cancellare. A Mauri era toccato questo, e allora giù con i fischi quando, dopo le prime prove positive, il brianzolo aveva accusato qualche passaggio a vuoto. «Ormai non li sento più», aveva detto lui alla vigilia di questa stagione. Ed è un peccato, perché dopo poche settimane quei fischi sono diventati applausi. Il rilancio di Mauri è iniziato nel modo più paradossale: con un'esclusione. Nella prima a Genova contro la Samp si accomoda in panchina e vi resta tutti i 90 minuti. La squadra gioca bene ma non punge, viene sconfitta e a fine gara il procuratore del calciatore si fa sentire: «Potrebbe andare via». Il mercato vive le ultime fasi convulse ed è proprio la Samp che bussa alla porta di Lotito. La risposta è decisa: incedibile. Il resto lo fa la svolta tattica. Reja passa alla difesa a 4 e a centrocampo recupera un posto proprio per Mauri: «Ci vuole uno che sappia inserirsi, sennò in area non ci entriamo mai», spiega il tecnico alla squadra. Detto fatto: Mauri debutta contro il Bologna, segna, e la Lazio non perde più una partita. Anzi, comincia a vincerle tutte. Stefano, dal canto suo, segna altri due gol e riconquista quella Nazionale che aveva già assaggiato qualche anno prima. Gioca contro l'Irlanda del Nord ed è il migliore, qualche giorno dopo solo la follia degli ultrà serbi gli fa mancare il bis. Ma ci saranno altre occasioni. Mauri è diventato un elemento imprescindibile nello scacchiere di Reja, l'unico forse insostituibile. Attacca gli spazi, dà una mano in copertura, serve assist e realizza in prima persona. Il suo record in A è di 7 reti. Lo raggiunse quando militava nel Brescia nel 2004. Con la Lazio è arrivato a 6 nella stagione 2006-07. Quest'anno ci sono tutte le carte in regola per migliorarsi. Ma in cuor suo il brianzolo baratterebbe questo obiettivo con un gol nel derby. Non gli è mai riuscito e, nell'andata dell'anno scorso, fu Julio Sergio a negargli miracolosamente una rete che sembrava fatta. Ma quest'anno, per la Lazio e per Mauri, il vento è cambiato. E chissà che l'incontro con Vucinic, proprio durante le riprese dello spot Sky, non sia stato l'occasione per un passaggio di consegne. Da uomo-derby del (recente) passato a quello del (prossimo) futuro.

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