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Totti e Adriano l'amaro di Ranieri

I giocatori della Roma, Adriano e Francesco Totti (D), in allenamento a Trigoria

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Quando Vucinic ha fatto saltare di gioia l'Olimpico lui stava già uscendo dallo stadio. Una mossa senza precedenti di Totti macchia la serata della rinascita romanista. Il capitano, sostituito a un quarto d'ora dalla fine dopo una prestazione più no che sì, ha preso male, molto male la decisione di Ranieri. Dritto verso gli spogliatoi senza passare per la panchina e incrociare lo sguardo del tecnico, doccia veloce, un rapido sguardo alla partita sul monitor di servizio, poi una volta avuto la certezza che non doveva sottoporsi all'antidoping, è filato via in macchina. Senza parlare. Neanche attraverso il suo blog, come fa di solito. Il caso è aperto. La sostituzione ha dato ragione a Ranieri: Vucinic ha segnato e, forse, cambiato la stagione. Esce il capitano, vince la Roma: è già successo nel derby. Come non sono nuove le tensioni tra Totti e l'allenatore. Monaco l'ultimo esempio: le accuse di «catenaccio» mosse dal numero 10 hanno scosso Ranieri. I due si erano parlati, apparentemente chiariti, ma a quanto pare quel faccia a faccia non è bastato. Sono già tre le sostituzioni del capitano in sei partite giocate. Il problema è tutto qui: Totti per la prima volta in carriera non si sente indispensabile e soffre. Con quattro anni di Roma davanti, la nazionale dimenticata, anche se ieri Prandelli ha aperto all'idea lanciata da Cassano («sarebbe bello vederli insieme in un'amichevole importante», ha detto il ct), il capitano vuole continuare a sentirsi protagonista. Ranieri ha lasciato passare la nottata. Niente polemiche a fine partita, rimandato a oggi il nuovo inevitabile confronto a Trigoria. Non è solo una questione di rapporti, ma anche tattica. Totti sta faticando a trovare l'intesa con Borriello, un po' come successo l'anno scorso con Toni. E adesso sarà difficile tenere fuori Vucinic. Ranieri, il grande vincitore di ieri sera, ora dovrà stare attento a non «incartarsi». E il suo lavoro di psicologia servirà anche a risolvere un altro caso nato ieri sera: Adriano. Il brasiliano doveva entrare insieme con Brighi nei minuti finali. Svestito il fratino, quando il tecnico lo ha chiamato ha indossato i parastinchi con una certa indolenza. Ranieri lo ha notato e gli ha detto di restare in panchina. Dentro Baptista e Adriano seduto in panchina col broncio. «Perché non sono entrato? Chiedetelo all'allenatore», la frase detta a mezza bocca dal centravanti lasciando lo stadio che apre un nuovo squarcio nello spogliatoio giallorosso.

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