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Ranieri insiste sul tridente Adriano fatica ma segna ancora

L'allenatore della Roma, Claudio Ranieri con l'attaccante brasiliano Adriano

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Avanti con il tridente. Quella di Ranieri non è solo un'idea di mezza estate. Ieri lo ha riproposto nella seconda uscita stagionale della Roma a Riscone contro l'Alto Adige (Lega Pro, 1ª Divisione): Totti al centro, Adriano a destra, Vucinic a sinistra. Il tridente affascina, l'intesa e soprattutto la condizione dei singoli sono tutte da trovare. Ma intanto Ranieri insiste e studia.«Sono - spiega l'allenatore - prove tecniche di trasmissione, mi sembra logico farle adesso. Capiterà in campionato che giocheremo con tre punte, ma solo quando la squadra sarà in forma». Nella prima amichevole c'era anche Menez a centrocampo, stavolta la mediana era un trio di faticatori: Taddei, tra i più pimpanti già adesso, Barusso e Brighi. Il ghanese è improponibile, anche Brighi poteva e doveva sfruttare meglio l'occasione. Con un centrocampo così sperimentale la Roma ha faticato ad innescare il tridente con continuità. Le cose migliori arrivano quando il pallone passa tra i piedi magici di Totti, o arriva dalle parti di Vucinic. Il montenegrino sembra andare a un'altra velocità. Peccato non riesca a togliersi il vizietto di sbagliare gol apparentemente facili: ma d'estate gli è concesso. E Adriano? Ancora lontano da una condizione accettabile, ha faticato parecchio. Questi giorni di lavoro a Riscone (più la settimana anticipata a Trigoria) lo stanno mettendo a dura prova. Ieri è entrato in partita procurandosi un rigore, dopo che Totti aveva già portato in vantaggio i giallorossi. Il capitano glielo ha lasciato tirare ma Adriano se l'è fatto parare. Ranieri con lui fa più lo psicologo che l'allenatore. «Era dispiaciuto per il rigore, gli attaccanti vivono per il gol. Con il suo fisico non può essera ancora sciolto come Vucinic. Adriano - spiega - vuole ricostruirsi una verginità e gli dobbiamo stare vicino. È un ragazzo disponibile, timido, silenzioso. Ha quegli occhi tristi, segno che ha sofferto molto nella fase adolescenziale. Bisogna farlo sorridere». È successo dopo che ha segnato il 2-1 nella ripresa: potenza e precisione. In difesa Mexes è ancora indietro. Il gol incassato ieri sugli sviluppi di un angolo conferma che il vecchio difetto dell'attenzione va corretto. Il tecnico ha lasciato giocare gli stessi undici per 75 minuti, poi li ha cambiati tutti. Menez, schierato ancora a centrocampo, è stato bravo a sfruttare il quarto d'ora concesso: ha segnato un bel gol su punizione e confermato i progressi di questi giorni. «C'è un processo per farlo spostare verso il centrocampo - spiega Ranieri - ma quando torneremo al 4-4-2 lui farà l'esterno. Sto copiando Mourinho? No, vedo che avete già nostalgia... ». Al sigillo finale ci ha pensato Okaka. Martedì si chiude il ritiro con l'amichevole di Bolzano contro l'Al Sadd. Ranieri guarda avanti con fiducia e tiene lontani i nemici. «Il deferimento di Totti? Spero che Palazzi capisca lo spirito con cui ha detto quelle cose. Non ho paura del calcio, ma della politica. Abbiamo mille problemi, li risolvessero».  

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