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Fatta la cosa giusta nel modo sbagliato

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Mal'ha fatta male. La regola che proibisce gli ordini di scuderia è ipocrita e stupida, però è in vigore. Se ci sono buoni motivi per violarla – e la Ferrari, ieri, ne aveva due, entrambi ottimi – bisogna farlo con altrettanta ipocrisia ma certo senza la stupidità con la quale a Hockenheim hanno agito sia gli ingegneri di pista sia, e soprattutto, Felipe Massa, uno che dovrebbe baciare per terra dove passa Montezemolo ma che invece sembra ormai avviato a ripercorrere la patetica parabola del suo connazionale Barrichello: va piano, viene retrocesso a seconda guida e per giustificare il declassamento piange e inveisce contro le presunte ingiustizie di cui fa capire di essere vittima. Vittima? Ma siamo seri!... Ripeto che ieri la Ferrari aveva due ottimi motivi per imporre a Massa di lasciar passare Alonso. Uno aritmetico, poco accettabile da uno strettissimo punto di vista etico-sportivo ma machiavellicamente giustificabile col brasiliano staccato da Hamilton di 78 e lo spagnolo di 47 lunghezze, non dare ad Alonso i 7 punti in più della vittoria rispetto al secondo posto sarebbe equivalso a rinunciare a ogni residua speranza di vincere il Mondiale piloti. L'altro inattaccabile anche sul piano più strettamente sportivo, in quanto strettamente legato alla pura e semplice difesa del risultato della singola gara. Poco prima che partisse l'ordine Massa stava infatti andando troppo piano per non far temere che Vettel, sempre più veloce man mano che la sua Red Bull si alleggeriva del carico di benzina, potesse approfittarne per rimettere in discussione la vittoria nel G.P. di Germania. Per cui lasciar passare Alonso, che di Massa era nettamente più rapido anche se non abbastanza per superarlo su una pista insulsa come quella di Hockenheim (quanti sorpassi "veri" abbiamo visto ieri in tv? Zero!), era assolutamente necessario. E infatti, a suon di record sul giro, Vettel ci ha messo appena 13 tornate a finire in scia alla Ferrari del brasiliano: se Alonso fosse rimasto imbottigliato dietro al tappo del compagno di squadra anziché 3-4 secondi davanti a lui, ormai in salvo, sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa. Insomma, la Ferrari non poteva non fare quel che ha fatto, pena il rischio di perdere una corsa che aveva dominato, ma ha gestito la cosa in maniera catastrofica. Perché qui le ipotesi sono soltanto due, ed entrambe meriterebbero che oggi stesso a Maranello si prendessero drastici provvedimenti nei confronti di chi ha sbagliato Ipotesi uno: i responsabili di pista non avevano studiato a priori un linguaggio "cifrato" per dare istruzioni ai piloti in circostanze del genere senza far capire a tutto il mondo, complice la diretta tv, che cosa si stava ordinando loro (McLaren e Red Bull, per esempio, al pilota che deve lasciarsi sorpassare dal compagno dicono via radio di cambiare la mappatura elettronica del motore per "risparmiare benzina", in modo da giustificare il fatto che a quel punto comincerà ad andare più piano). Ipotesi due: il linguaggio "cifrato" e le conseguenti procedure c'erano ma l'ingegnere di pista di Massa e lo stesso Massa se ne sono fregati, l'uno chiedendo addirittura "scusa" al pilota e l'altro alzando platealmente il piede dall'acceleratore per farsi sorpassare in modo che tutti capissero, quasi come fece Barrichello a Zeltweg in favore di Schumacher. Nell'uno e nell'altro caso, insisto, roba da licenziamento in tronco per il danno d'immagine procurato all'Azienda proprio nel giorno della sua straordinaria rinascita tecnico-agonistica.

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