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La crono verità

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Sidà il caso, però, che per il ciclismo quest'intervallo di tempo sia la differenza tra il vincere un Tour de France e il perderlo. Otto secondi sono quelli che dividono oggi Contador in maglia gialla da Schleck che lo segue in classifica. Ma questo distacco non può non farci tornare alla mente quel che successe al Tour 1989, quando la corsa si concludeva con una crono a Parigi, e Laurent Fignon si vide battere e scavalcare in classifica da Greg Lemond (che sfruttò in esclusiva un innovativo manubrio da triathlon): aveva 50" di vantaggio, il professore francese, e sui 24 chilometri e mezzo che separano Versailles dal cuore della capitale ne perse in un colpo solo 58: la sottrazione è facilissima, e poi il risultato l'abbiamo già dato: 8". Ovvero il distacco minimo mai registrato tra primo e secondo in un Tour de France. Oggi questa storia difficilmente si ripeterà, per un motivo fondamentalmente: chi insegue non pare nelle condizioni di poter far meglio di chi è inseguito, contro il tempo. Andy Schleck non è mai stato un cronoman, e - per fare un confronto abbastanza calzante - lo scorso anno nella crono di Annecy, in finale di Tour, pagò 1'45" a Contador. Va detto che Alberto era in condizioni di forma più smagliante rispetto ad ora; ma d'altro canto quella tappa misurava 40 km, quella di oggi invece arriva a 52. Quindi, considerati i giusti pesi e contrappesi, risulta difficile pensare che, tra Bordeaux e Pauillac, il margine tra il primo e il secondo della generale possa essere inferiore al minuto e mezzo almeno. E a differenza di un anno fa, dopo la cronometro non ci saranno altre frazioni che possano rimettere tutto in discussione (nel 2009 toccò al Mont Ventoux alla penultima tappa): la crono di oggi darà il sigillo finale alla classifica uscita dalle sfide in salita. L'unico rischio per Contador è che possa capitargli qualche incidente strada facendo (tocchi pure ferro, ma parliamo di cadute, problemi meccanici, forature, qualsiasi imprevisto possibile: 15 giorni fa, per fare un esempio dello zampino che può metterci la malasorte, Riccardo Riccò, al Giro d'Austria, s'è schiantato contro una moto della tv durante la crono della penultima tappa: nonostante ciò è riuscito a vincere lo stesso la corsa perché aveva un buon margine in classifica sul secondo). Che poi è il motivo per cui è stata criticata la sua tattica troppo difensivista dei giorni scorsi: sarebbe stato il caso di mettere più spazio tra sé e Schleck. L'altro motivo di interesse oggi sarà la lotta per il podio: Menchov deve recuperare 21" su Samuel Sánchez se vuole scavalcarlo al terzo posto: non è difficile che ciò avvenga. Così come non era difficile ipotizzare il quarto successo in volata per Mark Cavendish: il britannico l'ha centrato ieri a Bordeaux, con una volata da schiacciasassi su Dean e Petacchi. AleJet ha strappato per l'ennesima volta la maglia verde a Hushovd, e ormai difficilmente la perderà: bisognerà vedere se gliela lasceranno (attendonsi responsi dall'inchiesta antidoping di Padova). Ma questa, onestamente, è un'altra storia.

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