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La prima volta di un'europea "in trasferta"

Giovanni van Bronckhorst (S) esulta

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{{IMG_SX}}Gli olandesi giocheranno la loro terza finale, a 32 anni dall'ultima. E in finale gli Orange troveranno un'altra squadra del vecchio continente, la Spagna o la Germania. Gara tattica, pressing esasperato: a illuminare uno scenario piatto, due missili a lunga gittata: senza scampo per Muslera il tracciante mancino di Van Bronckhorst all'incrocio, Stekelenburg collaborativo sul sinistro centrale di Forlan. Stanchi i sudamericani dopo la maratona con il Ghana, la qualità olandese ha risolto, anche se il gol di Sneijder, il quinto del suo strepitoso Mondiale, era viziato da fuorigioco, Robben ha messo il sigillo, vano il guizzo finale della «Celeste». Stasera la sfida più ricca di fascino, tra Germania e Spagna si gioca anche la rivincita della finale del più recente Campionato d'Europa, decisa da quel Fernando Torres fin qui evanescente, con David Villa unico superstite tra gli attaccanti di rango, dopo l'addio a Messi, a Cristiano Ronaldo, a Rooney, al fantasma di Kakà. La storia parla per i tedeschi in termini statistici entusiasmanti, quando si parla di Mondiali: tre vittorie, di meglio hanno fatto soltanto Brasile e Italia, ma anche sette finali e undici semifinali. La giovane Spagna è la squadra più talentuosa che si sia vista negli anni recenti, è campione continentale in carica, però quando gli orizzonti si allargano, geograficamente, le statistiche sono impietose, in dodici partecipazioni il massimo traguardo è stato una semifinale, lo stesso di questa sera, ma la storia delle ultime stagioni le garantisce una posizione di vertice tra le rappresentative nazionali. La Germania è micidiale quando può giocare di rimessa, lo sanno bene inglesi e argentini, ha un'ottima organizzazione difensiva, è rapida nella controffensiva, anche se le mancherà Mueller, grande rivelazione. La Spagna, se dovesse andare in vantaggio, non avrà bisogno di chiudersi, il suo ossessivo controllo del gioco può creare problemi seri a chi si dovesse trovare a inseguire. Entrambe sanno produrre bel gioco, una garanzia per lo spettattore neutrale, specialmente per noi italiani che di questa espressione abbiamo da tempo smarrito il significato. Poche incertezze: Del Bosque potrebbe offrire ulteriore prova d'appello allo sbiadito Torres, Loew deve scegliere tra Trochowski e Kroos.

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