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Daniele Palizzotto Il cannibale Rafa Nadal divora anche Wimbledon.

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«Tornarea vincere qui è un sogno – ha dichiarato il numero uno a fine partita – Lo scorso anno non ho potuto giocare e ho sofferto molto. Oggi sono davvero felice». I numeri di Nadal, definito «un esempio da seguire» anche dal ct della nazionale spagnola di calcio Del Bosque, sono incredibili. Per il maiorchino si tratta dell'ottavo titolo dello Slam in dieci finali giocate. Nel 2010 Rafa ha oltretutto centrato la prestigiosa accoppiata Roland Garros-Wimbledon, già realizzata due anni fa e riuscita nell'era Open solo a Rod Laver e Bjorn Borg: «Ora spero che anche la Spagna ripeta l'impresa del 2008 e vinca il Mondiale». Numeri e successi che sanciscono il definitivo tramonto della diarchia Federer-Nadal e l'inizio della tirannia iberica. Oggi il computer farà la sua parte, legittimando il dominio del maiorchino: il trionfo londinese, giunto dopo il «piccolo Slam» realizzato sull'amata terra rossa, consente a Rafa di spiccare il volo, sfiorando quota 11 mila punti, con un vantaggio abissale sul neo numero 2 Novak Djokovic (quasi 4 mila punti). Alla sorpresa Berdych, capace di riportare il suo paese in finale a Wimbledon 23 anni dopo Ivan Lendl, non si poteva chiedere di più. Il 24enne ceco è stato bravo a confermare i progressi mostrati al Roland Garros, spodestando re Federer e battendo Djokovic. In finale il numero 13 si è però scontrato contro un muro insuperabile, contro cui aveva perso gli ultimi sei confronti diretti (con un bilancio di 14 set a zero per Nadal). La partita non è mai stata in discussione: Berdych ha perso nettamente il primo set, poi ha avuto quattro opportunità di togliere il servizio allo spagnolo, ma non è riuscito a sfruttarle. E nei momenti decisivi, sotto 6-5 nel secondo e 5-4 nel terzo, è stato abbandonato dalle sue armi migliori, il servizio e il diritto. Berdych può comunque consolarsi con il nuovo best ranking (oggi salirà al numero 8), ma è ancora distante anni luce dal nuovo re. Considerata l'inconsistenza degli altri possibili sfidanti (Djokovic e Murray non riescono a fare l'ultimo salto di qualità, Del Potro è perennemente infortunato), la tirannia di Nadal può avere inizio. Quanto durerà è difficile dirlo: Rafa ha solo 24 anni, ma il suo strapotere fisico rischia di essere messo in discussione dagli scricchiolii delle ginocchia. Un piccolo motivo di speranza per Berdych e compagni.

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