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Gli arbitri rovinano lo spettacolo

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Mettendocidel suo, come testimoniano i buchi spaventosi della difesa centrale, vedendosi anche scippare un gol buonissimo quando ancora la partita era in sostanziale equilibrio, minimo lo svantaggio da recuperare, che il tiro di Lampard aveva colmato. Però alla resa dei conti lo strapotere della Germania ha legittimato il rotondo punteggio che segna l'addio al Mondiale di Fabio Capello e della sua schiera deludente, giunta in Sudafrica logorata da una stagione troppo intensa. Concesse ai vinti le attenuanti generiche, ai vincitori spettano le celebrazioni dovute a una squadra che ha confermato tutto il buono fin qui espresso, perfino nella sfortunata partita con i serbi, dominata invano in inferiorità numerica. Questa Germania dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per chi, come l'Italia, si è caparbiamente sottratto a ogni tentazione di rinnovamento, buttando nella mischia ronzini bolsi che erano stati, anni prima, purosangue eleganti. Al di là di una età media molto bassa, la Nazionale di Joachim Loew ha offerto un'immagine di freschezza e di creatività garantita dalla versione multietnica che è specchio fedele del mondo moderno. Qui in Italia qualche deficiente storce il naso di fronte al possibile impiego di Balotelli, che è nato a Palermo, chiaro che non si possa fare lo stesso discorso per Amauri, per Thiago Motta, perfino per Camoranesi eroe di Berlino, i tedeschi di origine turca, polacca e anche ghanese, sono stati adottati dalla nascita o dalla prima infanzia. Per ora la Germania ha offerto il volto più gradevole e spettacolare di questo Mondiale: anche se per raggiungere la vetta, dovrà superare ancora ostacoli terribili. Ma i disastri arbitrali non si erano esauriti, in serata protagonista proprio il nostro Rosetti a lanciare l'Argentina alla vittoria sul Messico. Hanno fortuna, gli «albicelestes», con gli arbitri piemontesi: dopo le infamie di Gonella ai danni degli olandesi nella finale del '78, altri regali dalla stessa ragione. Aveva cominciato bene, il giovane Messico, colpendo una traversa con Salcido, poi il gol di Tevez in clamoroso fuorigioco (colpevole anche Ayroldi) ha reso la vita più facile ai favoriti, ai quali ha offerto doni anche Osorio, liberando al raddoppio Higuain. Tocco di nobiltà con il capolavoro balistico di Tevez, a chiudere definitivamente i conti. L'esperienza dei platensi ha fatto sentire il suo peso, ma i messicani lasciano il Sudafrica a testa alta. Oggi altri grossi calibri in campo, la sfida più affascinante è quella sudamericana. Non ha incantato, il Brasile, senza per altro correre rischi, migliore impressione hanno lasciato i cileni nonostante la sconfitta con la Spagna. Sembra tutto facile per l'Olanda, nonostante la Slovacchia abbia spernacchiato i nostri eroi, difficile che i miracoli possano ripetersi.

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