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Giro sottosopra

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Maquello che è accaduto ieri supera ogni possibile fantasia erotica dei più sfegatati appassionati: vedere una corsa rivoluzionata da una fuga di 56 uomini è in effetti un evento che rischia di capitare poche volte nella vita. È accaduto nella Lucera-L'Aquila, undicesima lunghissima (262 km) tappa flagellata ancora da pioggia e freddo: al km 35 km è partita una fuga di 20 uomini, e subito il gruppo si è ulteriormente frazionato. Nel parapiglia, altri 36 corridori hanno raggiunto i primi 20. I 56 (tra i quali uomini forti come Sastre, Pozzovivo, Tondo, Kiserlovski, Arroyo, Agnoli, Wiggins) hanno impiegato poco a guadagnare molti minuti, mentre il gruppo della maglia rosa faticava a trovare un accordo per inseguire. Il vantaggio dei fuggitivi alla fine ammonta a quasi 13' sugli ex grandi della classifica. La tappa l'ha vinta il russo Evgeny Petrov, che ha avuto la meglio nel finale sull'abruzzese Cataldo. La maglia rosa è finita sulle giovani spalle di Richie Porte, australiano della Tasmania, che era quello messo meglio tra gli attaccanti. Ma se il ragazzo non dà ampie garanzie sulle salite della terza settimana, alle sue spalle (a 1'42") c'è una vecchia volpe come Arroyo, e a 1'56" c'è una promessa rampante come Kiserlovski, e a 3'54" uno solido come Tondo. Il primo italiano è il laziale Agnoli, quinto a 4'41", mentre Sastre è risalito fino all'ottavo posto, a 7'09" da Porte e con 2'49" su Vinokourov: il kazako ex maglia rosa è a 9'58" dal primato, e non sarà facile per lui (e per gli altri big che lo seguivano, da Evans a Basso a Scarponi a Garzelli) recuperare. Oggi la Città Sant'Angelo-Porto Recanati (206 km) dovrebbe chiamare all'opera i velocisti.

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