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Miracolo Martinez Sanchez, outsider a 28 anni

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Meglio tardi che mai. Alla non più tenera età sportiva di (quasi) 28 anni, Maria Jose Martinez Sanchez continua a stupire il pubblico degli Internazionali, e forse anche se stessa, centrando la prima semifinale di un torneo Premier. Sarà l'aria di Roma, dove già lo scorso anno la spagnola aveva centrato un inaspettato quarto di finale. O sarà, più probabilmente, la maturità arrivata tardi, dopo una vita passata distante dalla centesima posizione del ranking mondiale. Fatto sta che Maria sta incantando gli spettatori del Foro Italico con il suo gioco fatto di dimenticati chop di diritto, precisi serve and volley, deliziose palle corte e beffardi pallonetti. Per informazioni rivolgersi a Lucie Safarova, ultima vittima della spagnola dopo Schiavone e Wozniacki. La talentuosa ceca, bestia nera di Flavia Pennetta, non s'aspettava forse d'incontrare tante difficoltà, visti i due precedenti vittoriosi. Una volta aveva anche perso, è vero, ma solo perché aveva dovuto ritirarsi per un problema al tendine del ginocchio. Ieri, invece, il match l'ha finito. E l'ha perso. O meglio, l'ha vinto la Martinez Sanchez, giocando alla grande e rendendo onore al suo «nobile» cognome (che racchiude i nomi delle due più forti tenniste spagnole della storia). Maria non si è abbattuta davanti ai tre set points sprecati sul 5-4, ha mantenuto la calma quando il match è stato sospeso per la pioggia sul 1-2 del tie-break, ha reagito al ritorno orgoglioso della Safarova (da 0-4 a 4-4 nel secondo set) e ha trionfato. Ora l'attende la splendida e ritrovata Ana Ivanovic (che ieri ha battuto 7-5, 6-2 la Petrova): Maria vuole continuare a sognare.

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