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In Olanda sul podio il bacio è gay

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Coipolpacci gonfi, i quadricipiti martoriati, le natiche distrutte da un sellino che fa rimpiangere il cilicio di Jacopone da Todi. Beffate i colleghi in volata e poi salite sul podio felici. Ebbene ad aspettarvi non ci saranno più un paio di avvenenti bionde pronte a baciarvi e a consegnarvi la coppa, ma un valletto in rappresentanza del «Gay Friendly». Massimo rispetto per l'iniziativa olandese che, per le selezioni della tappa di Amsterdam del Giro d'Italia, vede in lizza nove olandesone con gli occhi azzurri che sembrano un incentivo al doping, ma anche il ventunenne Yair Da Costa, belloccio «mister Giro» come lo chiamano in mezzo ai tulipani. Se vincerà, sarà suo il posto sul traguardo a fianco della maglia rosa, guarda caso. A quel punto provate a immaginare la volata: tra frenate e tentativi di rallentare per evitare il bacio del muscoloso omaccione, gli ultimi metri assomiglieranno a una corsa di tartarughe. Verrebbe da dire «fuga per la sconfitta». Anche Cipollini, re dello sprint è d'accordo: «Meglio due donne sul podio, non diciamo bischerate». Lui. Sal.

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