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Brasile a due facce

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Juan e Baptista

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Diversi in tutto, uniti da Roma e Brasile. Juan e Julio Baptista sono le due facce del gruppo giallorosso. Il difensore è il simbolo della Roma che sta funzionando a meraviglia: gioca con continuità e rendimento stupefacenti e la squadra ha imparato a prendere pochi gol. L'altro, Baptista, vive un'annata deludente e ha buttato al vento anche l'ultima occasione che gli ha concesso Ranieri contro il Milan. Ieri, con la squadra ancora a riposo, i due brasiliani si sono ritrovati fianco a fianco nel Nike Store di via del Corso, dove hanno sfoggiato con orgoglio la nuova maglia della nazionale verdeoro - prodotta per la prima volta con materiali ecocompatibili - che indosseranno tra tre mesi al Mondiale in Sudafrica. Che vivano un momento diametralmente opposto lo capisci quando escono dal negozio, dribblando la folla di tifosi che li aspettavano per gli autografi. Per Juan pacche sulla spalla, a Baptista invece arriva più di un insulto. Dopo i fischi dell'Olimpico, un altro segnale chiaro diretto all'attaccante brasiliano che in questa stagione finora è stato poco «Bestia». Diversi i punti di vista anche sugli obiettivi stagionali della Roma, rimasta a sette punti dall'Inter e a tre dal Milan. Juan è più realista, Baptista continua a sognare l'impresa. «L'Inter è troppo forte - dice convinto il difensore - è inutile continuare a fare la corsa su di loro. Abbiamo un'altra squadra davanti in classifica e quelle sotto di noi si stanno avvicinando». Sembra l'eco delle parole di Ranieri dopo il pareggio con il Milan. Il feeling tra il centrale brasiliano e il tecnico è totale, mentre con Spalletti c'era qualche differenza di vedute sui metodi di allenamento. «Siamo un po' stanchi ultimamente - prosegue Juan - anche a livello psicologico e mi sembra normale dopo aver collezionato 17 risultati utili consecutivi in campionato. Tutti parlano di quattro punti persi con Napoli e Milan ma secondo me sono stati due pareggi importanti. Abbiamo tanti nazionali e non ci siamo mai fermati. Da qui alla fine, senza l'Europa League, avremo più tempo per allenarci». Un bel vantaggio, considerando gli impegni di Champions delle due rivali milanesi. «Per noi va meglio se si qualificano - spiega il difensore - altrimenti potranno concentrarsi solo sul campionato». Nonostante la flessione delle ultime settimane, Julio Baptista è convinto che la Roma possa ancora partecipare alla corsa scudetto. «Dipende da noi, ci aspettano undici finali - dice l'attaccante - e il nostro compito è quello di vincere sempre. Anche l'Inter sta rallentando e il finale di stagione è duro per tutti. Certo, chi insegue non può mai sbagliare un colpo e questo è difficile. L'obiettivo resta la Champions ma alla fine vedremo quale sarà la nostra classifica». Con il ritorno di Toni (e quello imminente di Totti) Baptista rischia di tornare a immalinconirsi in panchina. «Ma io sono tranquillo, lo sono rimasto anche quando mi davano in partenza per l'Inter e posso giocare tranquillamente insieme a Toni». Difficile. Al Mondiale potrebbero ritrovarsi da avversari. «Non sono sicuro del posto, ma Dunga ma mi ha sempre dato fiducia» chiosa Baptista. «Prima di partire voglio dare tutto per la Roma - promette Juan - ora sto bene e ho risolto i problemi fisici. Ma non paragonatemi ad Aldair: lui per me è irragiungibile. L'Italia in Sudafrica? Partirà, come sempre, tra le favorite». Insieme al Brasile dall'anima giallorossa.

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