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Un mercoledì da leoni per il calcio

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Tornain linea il calendario del campionato, messo in crisi da neve e gelo, che da queste parti impietosamente puniscono carenze strutturali allegramente sottovalutate. Sono passati due mesi e qualche giorno, da quel venti dicembre, le cose si sarebbero dovute sistemare con largo anticipo, però la Lega ha deciso di cambiare le carte già distribuite, a qualcuno con pochi capelli ma forte autorità non andavano a genio. A rilevare la palese irregolarità di gestione era stato il solo Mourinho, che darà anche fastidio per certi toni, però raramente parla a vanvera: il che incoraggia i seguaci del capitano Lynch, ai quali ho sempre opposto deciso rifiuto ideologico. Dunque due recuperi nel tardo pomeriggio, il Cagliari tenta l'aggancio al quarto posto nella delicata trasferta di Udine, dove in panchina torna Pasquale Marino, ennesima testimonianza dell'insipienza dei padri padroni, Di Biasi sfiduciato nel tempo, per l'angelo, di passare e dire amen. Ma il popolo romanista è molto più intrigato dalla sfida di Firenze, dove a Prandelli e ai viola viene delegata la salvaguarduia del secondo posto che tuttora la beneamata presidia. Tornato a splendere non appena Leonardo ha vinto la sua personale guerriglia contro la dittatura, il Milan cerca non soltanto di scavalcare la Roma, ma anche di portarsi a soli quattro punti da un'Inter i cui prossimi impegni di campionato la vedranno fronteggiare handicap terrificanti. Stasera altri pensieri i nerazzurri dovranno dedicare all'arrivo di Carlo Ancelotti e del suo Chelsea, affascinante duello europeo con risvolti emotivi particolari per i titolari delle due panchine. Le conferenze stampa della vigilia hanno proposto un Mourinho abile nel rifugiarsi nel «bozzolo Uefa» per eludere domande sulle vicende del campionato, diplomatico nonostante qualche tentativo di provocazione. Da Carlo Ancelotti eleganza di toni, al solito, e rispetto della vecchia rivale cittadina. Per ora è pareggio, ma ci sono di mezzo centottanta minuti, se non di più, per sapere chi avrà, alla fine, il cuore in alto.

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