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Liverani: la Lazio? Si salverà

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Fabio Liverani

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L'allenamento è finito da qualche minuto e Fabio Liverani, ora capitano del Palermo, protagonista della Lazio per cinque stagioni dal 2001 al 2006, è pronto a raccontare le sue emozioni in vista della sfida di domenica pomeriggio al Barbera. Presente contro passato ma è felice di aprire il libro dei ricordi dell'esperienza nella squadra della sua città. Se diciamo Lazio che le viene in mente? «La vittoria della coppa Italia e il giorno dell'addio: l'applauso dell'Olimpico me lo porto ancora dentro». Qual è il momento più brutto della storia laziale?  «L'amichevole col Chelsea, mi fischiarono. Ci rimasi male soprattutto perché mi era venuta a vedere mia madre». Ha rimpianti di aver lasciato Roma?  «Sì, ma non c'era scelta. Ho nel cuore il presidente Longo, era una società con grandi valori umani ma poi è arrivato Lotito e le cose sono cambiate». Come andò la storia del rinnovo contrattuale?  «Non era una questione economica. Sono andato via per un biennale con la Fiorentina rinunciando a un accordo di cinque anni che mi era stato offerto da Lotito. Purtroppo, non c'era stima reciproca». Come va invece con Zamparini? «Il nostro presidente vive da tifoso le partite e, pochi secondi dopo il fischio finale, si lascia scappare qualche battuta colorita. Ma durante la settimana ci tratta come figli». Come mai Ballardini ha fallito con la Lazio?  «La perdita di Pandev e Ledesma li ha penalizzati molto. Non pensavo fossero da primi cinque posti ma che potessero lottare per la zona Europa League. Ballardini aveva bisogno di due o tre giocatori che mettessero in pratica le sue idee. A parziale discolpa il fatto che la stagione è iniziata con divisioni interne». In che senso? «Le vicende dei dissidenti sono devastanti in uno spogliatoio. Producono distrazioni e si finisce per parlare di quello invece che della partita». Si salveranno i biancocelesti? «Ce la faranno». Nel 2004-2005 eravate più o meno nelle stesse condizioni «Quella squadra aveva meno giocatori, ma più personalità. Oltre a me c'erano Peruzzi, Di Canio. Nel calcio è dura, solo chi ha esperienza capisce quando suona il campanello d'allarme ed è più difficile sentirlo quando si parte con altri obiettivi». Cosa pensa di Zarate? «Credo che sia un fuoriclasse ma è giovane. Pandev, ad esempio, ha avuto la fortuna di avere giocatori esperti vicino che l'hanno aiutato a crescere. Maurito deve solo imparare a passare di più la palla». Che partita sarà domenica? «Veniamo da una sconfitta, loro hanno ritrovato morale. Però possiamo contare sul nostro pubblico che spesso è stato fondamentale». Il suo grande amico Angelo Peruzzi compie 40 anni e ha dichiarato di voler fare il contadino. Lei che intenzioni ha? «Non ho la sua forza, non ce la potrei mai fare ad andare per campi. Per ora penso di giocare a buoni livelli altri due o tre anni, poi si vedrà. Ho il contratto fino al 2011 e con Zamparini non ci sono problemi. Con lui bastano cinque minuti per mettersi d'accordo» Un sogno nel cassetto? «Chiudere con la Lazio ma non si può fare perché c'è Lotito. Anche se nella vita cambiano tante cose e per me tornare a Roma sarebbe fantastico». L'ultima: come ha trovato Rossi?  «L'ho visto invecchiato, gli ultimi due anni alla Lazio lo hanno provato molto. Ora però pensa solo a portare in alto il Palermo e credo che ci riuscirà». Così parlò Liverani.

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