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«Partire sfavoriti è un vantaggio»

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Destinobeffardo. In tutte le Olimpiadi disputate Kristian Ghedina non ha mai partecipato alla cerimonia inaugurale. Adesso, invece, da commentarore Sky potrà godersi con tranquillità tutta la sfilata delle 82 nazionali partecipanti ai Giochi di Vancouver. «Gli organizzatori fissavano sempre la discesa libera il giorno dopo la cerimonia - ricorda il cortinese - e così noi della "velocità" eravamo costretti a saltarla. Dopo la gara partivamo e non ci godevamo neanche il villaggio olimpico». Ma non è questo il suo rimpianto maggiore legato ai Giochi. «No, certo. Mi dispiace non aver vinto una medaglia, ho una voglia matta di rimettere gli sci ai piedi e riprovarci». Come mai ha sempre fallito l'appuntamento con i Giochi? «I giorni delle Olimpiadi sono frenetici. Tra pubblico, sponsor e conferenze stampa non c'è un attimo per restare soli con se stessi e concentrarsi, specie per chi come me è sempre disponibile». Ora la squadra azzurra può "vendicarla"... «Lo spero, e abbiamo buone possibilità di farcela. A Torino lo sci alpino non ha conquistato medaglie, quindi possiamo solo migliorare. E non partire da favoriti potrebbe giocare a nostro vantaggio». Quali sono gli azzurri su cui puntare? «Le chance migliori le abbiamo in gigante, con Blardone e Simoncelli, ma anche in SuperG possiamo fare bene con Heel». E nella «sua» discesa? «Peter Fill può dire la sua, ma il favorito resta il "nonnino" Didier Cuche, che ha dominato le prove. Occhio anche ai canadesi che giocano in casa e a Bode Miller: sono i suoi ultimi Giochi e durante la stagione si è risparmiato per prepararli al meglio». Al ritorno da Vancouver continuerà a fare il giornalista o tornerà ai rally? «Da commentatore mi diverto, ma solo per questi eventi speciali. Tornerò alle auto». Anche il suo collega di Sky Carlo Vanzini è stato un ottimo sciatore. Chi è più forte tra voi due? «Diciamo che in pista vinco io. Ma col microfono è più bravo lui».

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