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Mallett senza paura

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I capitani delle sei nazionali in gara

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Perfino un lupo di mare come lui fatica a dissimulare lo stupore per alcune scelte del ct Mallett: «Masi in panchina? Non sono d'accordo - articola Diego Dominguez che commenterà il Sei Nazioni per Sky - Sole n. 6? Sarebbe meglio dare fiducia a un giovane come Derbyshire». I giudizi dell'ex-mediano di apertura di un'Italia ormai leggendaria non lasciano scampo, eppure Nick Mallett sembra sereno come non mai. E risponde. «Masi è certamente il tre-quarti a nostra disposizione con il migliore impatto sul primo contatto, ma io ho grande fiducia nella coppia Canale-Garcia. Mi piacerebbe utilizzare Masi all'ala, ma lui preferisce giocare centro, intanto partiamo così, vedremo lungo l'arco del match». Quella di Masi fuori dal XV di partenza non è l'unica scelta a creare interrogativi. Lo Cicero è titolare nel Racing Parigi e non è nemmeno nella rosa. «Lui in passato ha commentato sui giornali una sua esclusione, un comportamento fuori dalle regole del gruppo».  Ecco, il gruppo. Gli Azzurri sembrano molto omogenei. «Noi dello staff teniamo molto a questo aspetto. La forza di una squadra può moltiplicarsi se il gruppo è in sintonia e tutti remano nella stessa direzione. Con il nostro capitano Sergio Parisse (attualmente infortunato, ndr) abbiamo voluto da tutti i convocati non nati in Italia che imparassero in fretta la lingua italiana, Sergio ci tiene molto proprio per uniformare il gruppo».  Cosa si aspetta da questo Sei Nazioni? «Voglio che la squadra si mostri competitiva in tutti i match che giocheremo fino all'ultimo. Se saremo in partita con tutti gli avversari avremo raggiunto un grande obiettivo, poi con il punteggio stretto magari potremmo anche toglierci qualche soddisfazione». Cosa pensa delle avversarie? «Cominciamo dal peggio. L'Irlanda è campione in carica e in casa è fortissima. Se sapremo uscire da Croke Park a testa alta potremo giocarci le nostre possibilità nei due match in casa contro Inghilterra e Scozia. Gli inglesi hanno problemi di infortuni soprattutto in prima linea, ma sono forti nei tre-quarti. La Scozia è il nostro target abituale ma ha fatto molti progressi. Poi avremo due trasferte difficili a Parigi e in Galles ma questo è il Sei Nazioni: il torneo più difficile ed equilibrato del mondo». Per alimentare la nazionale è necessario alzare il livello dei club. Che succederà se non si entrerà in Celtic League? «Io non sono un politico, ma ho detto chiaramente le mie idee al presidente Dondi. Comunque vada, è necessario prendere il controllo dei giocatori per formarli in modo utile alla nazionale e per evitare che i migliori vadano all'estero». Qual è la ricetta? «Bisogna investire risorse mettendo i giocatori di interesse sotto contratto insieme con i club per poi poterli programmare. Inoltre è necessario anche un piano di marketing che possa riportare gente allo stadio e assoldare meno stranieri ma più forti, che possano insegnare ai giovani e migliorare lo spettacolo». Si parla di varie ipotesi come il campionato delle franchigie. «Ripeto, non sta a me scegliere, ma qualcosa va fatto in fretta».

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