Federer inarrivabile

La vittoria - e soprattutto il modo in cui l'ha conquistata - di Roger Federer nell'Australian Open riaprirà inevitabilmente l'eterna questione sul tennista più forte di tutti i tempi. Con tutta l'ammirazione per il campione svizzero e con la convinzione che in questo momento sia certamente il più forte in attività non sono disposto a cambiare parere su un argomento più volte dibattuto, dai tempi in cui Bill Tilden, il campione degli Anni Venti, aveva dato l'impressione di meritare questa definizione. Certamente Roger Federer, come alcuni altri grandi campioni (Sampras, Borg, McEnroe, Hoad, Kramer e forse qualcun altro) ha tutto il diritto ad essere preso in considerazione dopo di che la scelta del migliore di sempre diventa una questione di gusto personale e forse anche di età, dal momento che i campioni di un tempo molti non hanno avuto nemmeno la possibilità di vederli. Inoltre le immagini che ci sono arrivate sono di pessima qualità cinematografica per cui è assolutamente impossibile fare paragoni di ogni tipo.  Nel mio recente libro (Da Kinshasa a Las Vegas, Via Wimbledon) ho affrontato l'argomento riservandomi alcune eccezioni (Michael Jordan nel basket, Tiger Woods nel golf, Wayne Gretzky nell'hockey su ghiaccio) ma nel tennis, come del resto nella boxe e nel calcio non credo che ci sia una candidatura talmente solida e convincente da meritare l'unanimità. Tornando a Federer è comunque straordinario che sia riuscito a recuperare il suo tennis migliore quando ha avvertito che il suo primato poteva essere messo in pericolo. Intanto con questa vittoria ha la possibilità di inseguire quel progetto di Grande Slam che probabilmente di deve essere nella sua testa. Per realizzarlo deve naturalmente cominciare con il vincere al Roland Garros che rimane per lui il torneo più difficile. L'anno scorso è riuscito sfatare quel tabu ma le circostanze, soprattutto la sconfitta di Nadal, lo hanno aiutato. Comunque c'è tempo per pensarci. La stagione è solo all'inizio ma è cominciata bene.