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Olimpiadi invernali Vancouver 2010

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Torino si era chiusa con il suo volto, la faccia rossa di fatica e di gioia, al collo un oro che ha fatto grande l'Italia. A Vancouver tra un mese esatto sarà ancora Giorgio Di Centa a regalare la cartolina dei Giochi invernali azzurri, ma stavolta lo farà prima di immergersi nelle nevi di Wisthler: con la bandiera in mano guiderà alla cerimonia inaugurale la delegazione azzurra che prova a ripetere in Canada le belle imprese delle Olimpiadi di quattro anni fa in casa. Undici medaglie, con cinque ori pesantissimi, che avevano fatto chiudere il bilancio con il sorriso nonostante il buco nero e lo zero in pagella dello sci alpino. Adesso l'Italia ci riprova, anche se il fattore campo non sarà più dalla sua: lo farà con alcuni campioni di ieri e quelle speranze di allora che a Vancouver, in barba al motto decoubertiano, non andranno più solo per partecipare.  L'unico, forse, è proprio il portabandiera che, dopo la doppietta di Torino, alla XXI Olimpiade invernale va con l'onore di rappresentare l'intero Paese e quello che verrà, sul piano dei risultati, sarà tutto guadagnato. «Non sono un ragazzino - ripete il campione del fondo - ma darò il massimo per ottenere il miglior risultato possibile. Non farò drammi se non arriverà una medaglia. Ho la fortuna di aver fatto uno sport che mi ha permesso di vivere bene, in mezzo alla natura: poi mi godrò di più la mia famiglia e i miei bambini». Giorgio Di Centa, con la doppia impresa torinese (50 km e staffetta) si è scrollato di dosso l'etichetta di fratello d'arte (la pluridecorata Manuela) e a Vancouver va avendo coronato anche il sogno di fare da alfiere: il 37enne riceve il testimone da Carolina Kostner a cui quattro anni fa fu affidato il nobile compito, nonostante la ragazzina di Ortisei allora aveva vinto ben poco. E quei Giochi in casa non furono da favola per la pattinatrice che spera di riscattarsi proprio a Vancouver: prima però dovrà avere la certezza di salire sull'aereo azzurro, perchè il secondo posto ai campionati italiani ha incrinato quella che sembrava un'ovvietà. La Kostner deve vedersela agli europei di Tallinn con la rivale di casa, Valentina Marchei, fresca del titolo nazionale conquistato a Brescia. Difficile pensare che la stellina del ghiaccio ai Giochi non ci sarà. E se la Kostner è a caccia della riabilitazione olimpica dopo le cadute sulla pista ghiacciata torinese, l'Italia ha tante punte sui cui costruire le proprie speranze. Una garanzia ormai dai Giochi di Salt Lake è rappresentata da Armin Zoeggeler: il carabiniere di Merano ha fatto del suo slittino una seconda pelle e dopo gli ori conquistati nelle ultime due edizioni olimpiche punta a uno storico tris. La concorrenza è alta, ma Zoeggeler anche in coppa del mondo resta uno degli uomini da battere con 48 successi centrati nella sua carriera. Lo slittino si aspetta molto anche dal doppio perchè le coppie Christian Oberstolz-Patrick Gruber e Gerard Plankensteiner-Oswald Haselrieder anche in questo avvio di 2010 hanno mostrato di essere al top. Nel ghiaccio, quello di velocità, riflettori puntati su Enrico Fabris: anche lui, fresco dell'argento agli europei di Hamar, e memore delle due medaglie (una d'oro) di Torino, è una delle stelle a cui si aggrappa il medagliere italiano. E sempre parlando di pattini, ma stavolta specialità short track, stavolta è rosa la speranza azzurra: Arianna Fontana, ex baby prodigio con il bronzo conquistato a Torino a soli 15 anni, adesso torna con quattro anni di più sulle spalle e molta esperienza per scalare il podio di Vancouver. La squadra olimpica ancora non è ufficiale, ma il conto alla rovescia è già partito e Di Centa aspetta solo che il 12 febbraio si alzi il sipario per poter far sfilare la sua Italia.

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