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Finalmente tutti sanno che è uno sport

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Intensoe senza soste in giro per il mondo. Dopo aver vinto il titolo mondiale a Las Vegas, ho trovato una carica incredibile dentro di me, che mi ha spinto a giocare tanti altri tornei. Il 2008 mi ha lanciato nell'olimpo del poker e mi ha fatto incontrare e conoscere persone fantastiche, gli ultimi dodici mesi sono stati altrettanto indimenticabili. Tornare a Las Vegas come unico italiano invitato agli NBC Head'Up Tournament è stato un grande onore. E poco importa se non ho vinto. Mi sono divertito e non voglio fermarmi. Il poker non è soltanto un lavoro: resta la mia grande passione. Ed è bello vedere tanta gente avvicinarsi a questo gioco che è uno sport a tutti gli effetti. Negli ultimi dodici mesi se ne sono accorti in tanti e sono felice che venga associato sempre meno all'«azzardo». No, il poker è davvero uno sport. Bisogna gestire lo stress fisico e psicologico, serve una buona conoscenza della matematica e tanto coraggio. La fortuna? C'è bisogno anche di quella, naturalmente. Ma non basta. Conta di più la costanza, lo studio della teoria sui libri, la capacità di giocare anche per 10 ore di seguito online. Ultimamente al tavolo non indosso più la sciarpa della Roma ma questo non significa che non sia più un tifoso e sono contento che la squadra si sia ripresa. Quest'anno ho anche avuto il piacere di giocare con Totti in un torneo di poker di beneficenza, organizzato da PokerStars! .it per i terremotati d'Abruzzo: un'altra giornata che non dimenticherò mai. *professionista del TEAM PokerStars PRO

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