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Ferrara resta alla Juventus.

Ciro Ferrara, allenatore della  Juventus

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TORINO C'è chi sogna Hiddink (secondo alcuni, sbarcato ieri in Italia proprio per parlare con la Juve), chi si turerebbe il naso di fronte a Roberto Mancini – tifoso juventino da ragazzo, ma «colpevole» di avere allenato l'Inter – e chi decide di andare avanti con Ciro Ferrara in panchina. Il mondo della Juve è sottosopra: pare il Cagliari di Cellino, prima che quest'ultimo trovasse Allegri e cambiasse allenatori come i fazzoletti. Un disastro, insomma: però il presidente Blanc dice che «Ciro non si tocca» e poco conta che Lapo Elkann abbia definito le ultime versioni della Juve «uno schifo che certo non sarebbe piaciuto a mio nonno». Lui, Lapo, è il fratello «sbagliato»: l'azionista di riferimento è John, punto e basta. Risultato: salvo stravolgimenti e notti agitate che portino a un deciso e a questo punto imprevisto cambio di rotta, si va avanti con Ferrara almeno fino a domenica, quando a Torino arriverà il Catania. Dovrebbe essere quello un brodino facile da mandare giù: se così non fosse, allora magari qualcosa potrebbe succedere nell'immediata vigilia del Natale. Nel frattempo, Buffon si è operato (finalmente) di menisco e salterà almeno quattro partite: l'obiettivo è esserci contro la Roma, il 24 gennaio. Diego, in compenso, ha fatto l'ennesima autocritica ammettendo di «avere calciato male il rigore», ma di questo si erano accorti davvero tutti. Anche Del Piero, rimasto in panchina novanta minuti a chiedersi che razza di stagione sta vivendo lui per primo. Altro che Mondiali in Sudafrica: qui la barca fa acqua da tutte le parti e lui – senza più alcun problema fisico – è rimasto a guardare i compagni e persino Giovinco gli è passato davanti nella scaletta di Ciro l'Angosciato. Mala tempora, davvero. Siccome però il calcio italiano è quello che è, guardi la classifica e un pizzico di allegria ritorna.

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