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Juve, Ferrara rischia

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Ciro Ferrara, allenatore della  Juventus

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TORINO - Sui forum, le peggiori accuse per tutti i colpevoli della clamorosa e inattesa sconfitta contro il Bayern Monaco che è costata l'eliminazione dalla Champions League. A Vinovo, l'indifferenza più assoluta. segnale preoccupante. Il popolo juventino non sa più che pesci prendere: è inebetito, dopo le quattro reti beccate martedì sera dal Bayern Monaco che hanno decretato il fallimento della stagione facendo nascere qualche rimpianto per Ranieri che almeno agli ottavi di Champions la sua squadra l'aveva portata. Nessuno si illude infatti che questa squadra possa davvero vincere lo scudetto né ci saranno scene di giubilo nel caso in cui la truppa di Ferrara dovesse vincere Europa League o Coppa Italia: da queste parti sono abituati a eccitarsi solo per scudetto e Champions League. Il resto è robetta, da sempre. Fallimento, allora. Il presidente Blanc continua a sostenere che «il progetto va avanti e Ferrara non si tocca», ma troppe cose non hanno funzionato e continueranno a non funzionare. L'unica cosa che procede spedita è la costruzione del nuovo stadio: perfetto, bellissimo, avveniristico. Ma inutile, continuando così: perché siccome la Juve è soprattutto una squadra di calcio, se non arriveranno i risultati e si continueranno a buttare i soldi dalla finestra anche il nuovo stadio si rivelerà un mezzo buco nell'acqua. In sintesi: l'azienda Juve al momento funziona, la squadra no. E i tifosi dell'azienda se ne infischiano, è (quasi) ovvio. Siccome però nelle stanze dei bottoni siede gente che prende pacchi tutti gli anni (Almiron, Tiago, Andrade, Grosso, Poulsen, Felipe Melo, per il momento anche Amauri e Diego, senza dimenticare che Criscito e Palladino non sono stati ritenuti degni della Juve), l'allegria può attendere e i risultati anche. Ferrara predica «compattezza e umiltà», ma le frasi fatte lasciano ormai il tempo che trovano: manca gente che sappia giocare a pallone, manca un'organizzazione di squadra, mancano disciplina e talento. L'impressione è che ognuno faccia un po' quel che vuole, in campo e fuori. Buffon, tanto per dirne una, ha deciso ieri che giocherà anche a Bari nonostante il menisco da operare: attaccamento alla squadra, ma anche mancanza di una voce forte che gli dica «ragazzo, è meglio se ti fermi». Senza dimenticare che, così facendo, la sfida contro il Milan del 10 gennaio non lo vedrà di sicuro protagonista. Quanto ai brasiliani, al momento si sono distinti più per alcune serate nei locali che per quanto mostrato in campo: Torino è discreta e non urla, però certe voci cominciano a girare. Quanto a Ferrara, appare come una barchetta in mezzo al mare in tempesta: il sorriso napoletano è sparito, la gestione delle partite imbarazzante. Alcune voci lo danno in pericolo più o meno imminente: Gentile, Mancini e Hiddink sono su piazza. Chissà. Intanto Del Piero analizza la situazione: «Non c'è un solo colpevole, lo siamo tutti. È difficile trovare le parole, anche perchè in questi casi c'è davvero poco da dire. E molto da fare».  

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