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Il Circus torna sul luogo del delitto

L'incidente di Nelson Piquet a Singapore

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Buttarsi tutto alle spalle. Sta diventando l'attività principale della Formula 1. Scoppia uno scandalo, il Consiglio Fia emette una sentenza che scontenta tutti e poi si torna in pista facendo finta che niente sia successo, con tifosi smarriti e credibilità a zero. Solo che stavolta, nel caso del «Renault-gate», voltare pagina sarà più complicato. Un po' perché il caso a voluto che l'atteso riaccendersi dei motori avvenga oggi proprio sul luogo del delitto, il circuito di Singapore dove l'anno scorso Piquet jr, col suo incidente alla curva 17 nel 14° giro, diede il via a una delle vicende più controverse che abbiano mai investito il Circus. Ma soprattutto perché, con i colpi di scena che continuano a rincorrersi, la faccenda sembra tutt'altro che conclusa. A Singapore si montano i Motorhome, i piloti si prestano alle conferenze stampa e, poco lontano dal paddock, le star della musica si alternano in un concerto collegato al Gp. Ma le cose più interessanti, ancora una volta, accadono nelle segrete stanze del potere. Dove Ecclestone e Mosley hanno ripreso a recitare la parte del poliziotto buono e di quello cattivo. Il presidente Fia sostiene che «Briatore non tornerà in Formula Uno neanche come visitatore, perché colpevole al 100%». Il suo sodale sostiene che la radiazione dell'italiano è un provvedimento troppo pesante e lo invita a fare ricorso in appello, perché il Circus ha bisogno di gente come lui. Il motivo del teatrino? A voler essere maliziosi si può ipotizzare che Mosley ed Ecclestone la reazione del Briatore infuriato.   L'italiano ha fatto trapelare la sua rabbia agli amici più stretti e sarebbe pronto a rivelare qualche segreto compromettente su quelli che ritiene i maggiori responsabili della sua cacciata. Inoltre, Mosley ed Ecclestone sperano che Briatore ritiri la causa contro i Piquet aperta presso la giustizia ordinaria, perché sanno che difficilmente un tribunale penale prenderebbe per buone le deboli prove su cui si è basata la sentenza del Consiglio Fia. La sensazione è che, se il manager italiano dovesse rinunciare alle vie legali, in sede sportiva è pronto per lui un cospicuo sconto di pena. Intanto la Renault, seppur non punita, deve patire la fuga degli sponsor scossi dal «fattaccio».   Ieri hanno annunciato il loro addio alla casa francese con effetto immediato il main sponsor Ing e la compagnia di assicurazioni «Mutua Madrilena». Sul fronte piloti, invece, vanno sistemandosi anche le ultime caselle per la prossima stagione, almeno sul fronte Ferrari. In attesa dell'ufficializzazione della coppia titolare Alonso-Massa e con Raikkonen verso McLaren o Brawn, ieri è diventato meno nebuloso anche il ruolo futuro di Giancarlo Fisichella, che l'anno prossimo potrebbe finire in prestito al team ex-Bmw Sauber. Il maggior indizio l'ha fornito il responsabile della scuderia Mario Thiessen, che ha detto che se dovesse essere accettata la richiesta d'iscrizione del team a fornire i motori sarà la Ferrari.

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