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Tre medaglie di bronzo per l'Italia ai mondiali di nuoto, tre medaglie di donne, meglio, ragazze, che tingono di rosa il nostro campionato.

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Eanche lì, sono le quote rosa a dettar legge, con la Pellegrini e la Filippi più candidate all'oro rispetto a Magnini e Marin. Questo, ovviamente, sulla carta, dando seguito alle previsioni della vigilia. Ma non è questo il punto. Piuttosto bisognerebbe riflettere su queste quote rose. Prendete Martina Grimaldi, bronzo nella 10 chilometri di fondo ad Ostia: ma una che nuota per 9 chilometri e 900 metri e alla fine fa uno sprint come se fossero i 100 metri in piscina potete chiamarla «femminuccia»? Donna, certo, ma con una determinazione che sicuramente tanti maschietti nemmeno se la sognano.. E che dire di Beatrice Adelizzi? Si trucca per ragioni di gara con la tensione di una finale, e poi va in piscina e fa cose che - con tutto il rispetto - nemmeno Esther Williams poteva solo immaginare. Prima medaglia nella storia del nuoto sincronizzato italiano. E ancora. Immaginate la tensione addosso alla piccola Tania Cagnotto: sfiora il bronzo nel trampolino da un metro, poi deve dare tutto nella finale della sua specialità: il trampolino da 3 metri. Un padre allenatore a bordo vasca, gli amici, il suo fidanzato, la pressione per quella che doveva essere la prima medaglia italiana, il tifo dalle tribune e cinque tuffi da non sbagliare: così piccola, ma così grintosa, lei che non può allenarsi come vorrebbe perché in Italia le strutture per i tuffi, figurati se le puoi avere in esclusiva. Lei che salta e prova i carpiati sui materassi di una palestra di Bolzano. Donna sì, ma con una grinta da uomo, anzi, ancora di più. Ecco allora che quando parliamo di quote rose, ricordiamoci che non c'è l'indulgenza verso quello che da sempre, erroneamente, viene definito il sesso debole. Perché nello sport in generale e in alcuni in particolare - come il gran fondo, il sincronizzato, i tuffi - la fatica, il sacrificio, la determinazione e il carattere fanno la differenza. Viene da dire: grazie ragazze. E non solo per questo medagliere di bronzo tutto al femminile.

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