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Adriano rescinde, Ibra soffre

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Ecosì è stato, con la rescissione ufficiale del contratto di Adriano, dopo un mese di tira e molla e sette anni e mezzo di rapporto più che burrascoso. Fatto sì di 177 partite e 74 gol con la maglia interista, dalla bordata su punizione nell'amichevole col Real Madrid del 2001 al palo di Manchester dell'11 marzo, scudetti e coppe Italia, ma anche di varie separazioni, più o meno consensuali (Fiorentina, Parma e San Paolo), tante multe per ritardi, troppe intemperanze comportamentali e un talento cullato e vezzeggiato dalla società quanto trascurato dal diretto interessato. «Tornerà – ha confermato il suo agente Gilmar Rinaldi - ma non credo in Italia, o in Europa». Quello che l'Inter invece non aveva previsto sono state le dichiarazioni di Zlatan Ibrahimovic: fortissime, soprattutto in prospettiva. «Ho un contratto con l'Inter e sto bene qui – ha detto lo svedese - ma allo stesso tempo vorrei provare qualcosa di nuovo perché sono in Italia già da cinque anni. Ho vinto tutto in Italia e ho imparato molto da questo Paese, ma c'è un momento nella tua vita, come quando ero all'Ajax, in cui dici a te stesso che vuoi provare qualcosa di nuovo». Ecco, questa sola frase buttata lì, «mi piacerebbe provare qualcosa di nuovo», potrebbe ribaltare completamente l'allegria dei pre-festeggiamenti scudetto alla Pinetina, e soprattutto rivoluzionare in toto la campagna acquisti estiva dell'Inter. Un vero choc, almeno potenzialmente. Molto più forte dell'addio ad Adriano: certo, ma forse proprio per questo già metabolizzato. Se all'Inter cercavano uno slogan per la prossima campagna abbonamenti meglio evitare quelli pubblicitari, perché pensando agli addii di giornata, reali o potenziali, in questo caso «two is pegg che one».

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