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Panchine bollenti Sta per cominciare il nuovo valzer

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Sisono insultati, picchiati, mandati a quel paese e offesi a sangue: calciatori, allenatori, dirigenti e tifosi hanno scelto la vigilia di Pasqua e il giorno dedicato al minuto di silenzio in omaggio alle vittime del terremoto dell'Aquila, per esibire il peggio del repertorio violento e maleducato del calcio. Ovviamente, non s'è trattato di una fatalità. Sabato si giocavano partite decisive per tutte le posizioni di classifica e la retorica del dolore ha tenuto botta per poco fra i cinici protagonisti del calcio. Con la sconfitta della Juve, l'Inter ha praticamente vinto lo scudetto; e chi ha domato i bianconeri, il Genoa, è primo candidato al quarto posto di Champions; così come il Bologna, in coda, è in odor di retrocessione. Il nervosismo generale ha finito per toccare in particolare Roma e Firenze, coinvolgendo anche - per gli stessi motivi - l'incolpevole Ancelotti, espulso a Verona dopo oltre un decennio di buona condotta da un arbitro, Saccani, che dovrebbe chiedergli scusa. I motivi, dunque? A prima vista, quel maledetto posto in Champions. Chi lo perderà, perderà anche la panchina. È l'idea che mi son fatto e immagino un sommovimento globale. A partire appunto dalla Roma, con Spalletti libero di trasferirsi a Torino (casa Juve) se nel frattempo Ranieri si sarà fatto superare dal Milan di Ancelotti il quale - peraltro - a mio avviso se ne andrà comunque per non vivere un'altra annata angosciosa di docce scozzesi; forse non rischia niente Prandelli, ma il mancato obiettivo Champions potrebbe riservargli qualche guaio. In coda, una strage: via il tecnico della Reggina, seguito da De Canio, Mihajlovic e Camolese se non si salvano; rischio...promozione per Mimmo Di Carlo e Giampaolo, entrambi «ammirati» dalla Lazio che a questo punto, dopo la clamorosa vittoria nel derby, non sa più che pesci pigliare: aveva già rinunciato a Rossi e se lo ritrova più forte e più saldo che pria. Ma Rossi non è uno sciocco e credo abbia capito che un'altra stagione in altalena non è sopportabile. Il caso tecnico più eclatante - fuori del valzer degli allenatori che ho suonato soprattutto per gioco - resta quello di Spalletti, finito sotto processo con le seguenti accuse: uscita dalla Champions giocata e da quella futura, sconfitta nel derby, sedici punti in meno della scorsa stagione nonostante gli acquisti di Menes e Baptista, ai quali aggiungere gli «errori» Loria e Diamoutene, i numerosi incidenti da molti attribuiti a una preparazione tecnica sbagliata, la lite con Panucci, gli screzi con Totti, chiamato probabilmente a risolvere la situazione con un allenatore che gli è rimasto nel cuore, Prandelli. Siamo ormai in pieno «giallo» ma vedrete che la realtà finirà per superare la fantasia.

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