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Tutte le spine del presidente

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AlessandroFusco Crisi e cambiamento. Per l'Italrugby la prima è riferita, soprattutto, ai risultati della Nazionale e investe una gestione da rivedere. Il Sei Nazioni ha dimostrato che per il rugby italiano cambiare è necessario, ma non sarà semplice. Dondi e Mallett sono in queste ore a Londra per una riunione tecnica promossa dall'International Board a proposito delle nuove regole, inevitabile parlare anche del ventilato rinnovo dello staff azzurro. L'unica certezza pare essere quella della conferma di Mallett fino al 2011, operazione che sarebbe stata gestita direttamente dal presidente Dondi in autonomia rispetto al Consiglio Federale. A questo punto le strade praticabili non sono molte. O si sposa decisamente la linea del ct mettendogli a disposizione uno staff interamente scelto da lui, o si decide di imporre un cambiamento di rotta creando un gruppo di allenatori italiani che lavorino con il coach venuto dal Sudafrica che, a quel punto, potrebbe anche non accettare la situazione. In questo caso, i nomi che girano sono quelli di Guidi, buon curriculum «federale», di Cavinato, attuale coach dell'Overmach Cariparma, e di Giampiero De Carli, solida carriera da giocatore e attuale coach della mischia a Calvisano. Resterebbero in sospeso i ruoli del preparatore atletico Alex Marco (ma pare che il contratto sia stato rinnovato anche a lui) e quello del Team Manager, attualmente ricoperto da Carlo Checchinato. Se il primo è marginale, quella di Team Manager è certamente una posizione strategica. Dalla decisione in proposito si capirà che impostazione verrà scelta. Ma per il presidente Dondi i problemi sulla scrivania non si esauriscono qui. Mentre procede l'iter della candidatura ad ospitare la Rugby World Cup 2015, nel Consiglio Federale dei prossimi 3 e 4 aprile si affronterà anche, tra gli altri, il tema dell'ingresso in Celtic League. Nei giorni scorsi è arrivato il documento del Board della Lega Celtica con le garanzie da presentare, il Consiglio Federale ne farà una sorta di bando da comunicare alle candidate insieme con un termine di tempo per la presentazione. Poi starà agli aspiranti dimostrarsi all'altezza, al di là delle chiacchiere di queste settimane. Ma intanto è necessario governare il cambiamento riformando i campionati. Le due rappresentanti in Celtic renderanno inutile l'agonizzante Super10, logico aspettarsi in capo ad un paio di stagioni un massimo campionato semiprò con un rigido limite per gli stranieri e spazio ai giovani italiani.

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