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Due squadre a contendersi il primato, le altre perse per strada.

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Anchese le sorprese sono dietro l'angolo, e non soltanto nel nostro campionato, non va dimenticato che la neonata Nazionale slava non ha ancora vinto una partita ufficiale, anche se a Lecce qualche problema l'aveva creato, ai campioni del mondo, cedendo di misura. A Podgorica non saranno in campo i bomber di quella serata, doppio Aquilani da una parte, Vucinic dall'altra, infortunio e squalifica le rispettive motivazioni delle assenze. A guidare i montenegrini, quel Filipovic che ha accusato i nostri calciatori di tendenza a simulare, e che i meno giovani tifosi della Roma dovrebbero ricordare senza particolare affetto. Nella Coppa Uefa del 1983 fu lui a siglare la doppietta della vittoria del Benfica all'Olimpico, rigore di Agostino per i giallorossi, poi nel ritorno inutile pari a Lisbona, in semifinale i portoghesi di Sven Goran Eriksson. Riscuote invece simpatia e inalterata ammirazione il presidente federale, il «Genio» Dejan Savicevic, tuttora grande amico dell'Italia. Senza Vucinic, perde risorse il potenziale offensivo dei nostri avversari, affidato soprattutto al viola Jovetic, ma tanti giovani interessanti garantiscono comunque che gli Azzurri non vivranno una serata di tutto riposo. Pochi superstiti del Mondiale tedesco, qualche novità interessante, ribadito il disinteresse del cittì per Cassano, visto come sgradito gallo nel pollaio, privilegiato il gruppo. Centrocampo con Palombo «new entry» accanto a De Rossi e Pirlo, tridente in attacco con garanzie di copertura, più da Di Natale che da Quagliarella, insomma la difesa non dovrebbe essere esposta al contropiede in troppo agevoli spazi. Le indicazioni del campionato hanno promosso Iaquinta prima punta, assenti Toni e Gilardino, nulla da obiettare, non è detto che a Bari non si tentino altre soluzioni.

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