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Nuove regole stessa noia e più polemiche

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Concepitein accordo con i tecnici dei team e salutate con favore dalla maggior parte degli osservatori, le novità hanno il duplice obiettivo di ridurre i costi e favorire i sorpassi. In realtà, almeno stando a quanto si è capito sinora, non centreranno né l'uno né l'altro. Anzi… La sola forzosa introduzione del kers (il dispositivo per recuperare l'energia cinetica altrimenti dispersa in frenata e usarla per mettere una specie di turbo al motore per 7 secondi al giro) costerà fino a 20 milioni di dollari a team. E le modifiche aerodinamiche si stanno rivelando insufficienti a eliminare quelle turbolenze che tolgono carico alle vetture in scia e rendono dunque impossibile avvicinarsi a chi le precede e sorpassarlo se la differenza di velocità non è talmente elevata da limitare la durata della manovra. In compenso, però, le nuove regole paiono sicuramente destinate ad aumentare le aree grigie e dunque il contenzioso. Sta già succedendo in relazione agli estrattori posteriori di flusso aerodinamico, che tre squadre (la neonata Brawn, così piccola e già così furba, la Toyota e la Williams) hanno disegnato fregandosene dello spirito del regolamento e sfruttandone le pieghe in maniera tale da ricavarne un vantaggio prestazionale che nel caso della Brawn arriva a mezzo secondo al giro. Il tutto con l'approvazione del Delegato Tecnico della Federazione Internazionale Charlie Withing, al quale avevano chiesto un parere preventivo. A Melbourne gli altri team hanno fatto reclamo contro di loro e, così, ci troviamo per l'ennesima volta con un risultato sub iudice, costretti ad aspettare il verdetto di un tribunale per conoscere la classifica finale del Gran Premio. Viene insomma il fondato dubbio che il reale duplice obiettivo della FIA fosse quello di aumentare la propria area di intervento a tavolino e di creare quanti più conflitti possibili fra i team, stroncando sul nascere la comunione di intenti creata da Montezemolo grazie a quella specie di «Lega» che è la Fota. Withing, ex meccanico della Brabham, tanto per dirne una, sta là dove sta solo perché è un fedelissimo di Ecclestone. È lui che alimenta casini e - vedrete - saranno sempre più spesso lui e il suo diretto superiore Max Mosley a decidere a posteriori chi ha vinto e chi ha perso una corsa. Divide et impera.

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