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Iaquinta si prende l'Italia

Marcello Lippi

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A Podgorica contro il Montenegro di Savicevic l'Italia di Lippi, per centrare la vittoria che le serve sulla via del Mondiale, dovrà chiedere i suoi gol a un centravanti che in azzurro non ha mai giocato da punta centrale e in 25 presenze è andato in rete una sola volta. Ma Vincenzo Iaquinta rassicura il ct e tutti i tifosi della nazionale: «Ora che ho superato i miei problemi fisici, non mi sento inferiore a nessuno», dice. Assicura, l'attaccante ex Udinese approdato alla Juve per sgomitare con tanti attaccanti in cerca di un posto fisso, che quello di centravanti è un ruolo ritagliato su di lui. «Ho giocato in quella posizione per sette anni a Udine - spiega dal ritiro di Coverciano, alla vigilia della partenza per il Montenegro - e ora nella Juve siamo due punte: io posso tagliare a piacimento da destra o da sinistra. In nazionale gioco sempre da esterno, e quasi sempre spezzoni di partita: mi adatto, ma posso tagliare solo da un lato ed è più difficile trovare il gol». L'unico in nazionale risale a Italia-Ghana, apertura del Mondiale 2006: di quel gruppo vincente oggi Iaquinta rivede i contorni, tra «qualche campione e nuovi innesti interessanti». Ed è per questo che si sente pronto a rimettersi in gioco, al centro dell'attacco di Lippi. In bianconero ha battuto la concorrenza di Trezeguet, a volte si è fatto preferire ad Amauri, ha costretto il simbolo Del Piero a rinunciare al ruolo preferito di seconda punta. «Non mi sono mai pentito di essere passato alla Juve - sottolinea Iaquinta - sapevo della concorrenza che avrei trovato in un grande club. E sapevo che, se a posto fisicamente, non mi sento inferiore a nessuno». Lo dimostra l'ultimo mese: tra campionato e Champions, cinque presenze e gol pesanti, come la doppietta alla Roma e il primo gol al Chelsea. «Cassano alla Juve? È un giocatore importante, la società farà le sue scelte, ma io non temo nessuno». Alla concorrenza con Amauri è abituato in bianconero, ovvio che non la tema neanche in nazionale. «Nella vicenda del suo passaporto ha sbagliato anche lui, ne ha parlato troppo - commenta - è una situazione difficile, decideranno lui e Lippi. Se dovesse arrivare in azzurro lo accoglierei a braccia aperte».

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