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Federica fragile ma imbattibile

Federica Pellegrini

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E' golosa di vita e sensualità, questo sì: è stata lei stessa a dirsi lieta di non avere le pinne, perché sogna "di fare l'amore indossando scarpe con i tacchi a spillo, magari negli spogliatoi". Per diventare leggenda, ha dovuto bypassare tutta la mitologia e riscoprirsi fragile, come ha diritto di esserlo una ragazza di vent'anni. Ogni suo record, anche quello di ieri sui 200, è stato costruito sulla dichiarata fobia dell'acqua alta, come se nell'ippocampo del suo cervello fosse rimasta un'eco ancestrale, una traccia del passaggio dalle squame alla pelle, dalle branchie ai polmoni, dall'oceano alla terraferma. Federica teme che il tuffo nasconda un'insidia oscura, che persino nella piscina si crei un gorgo destinato a risucchiarla giù in quell'abisso inconscio che per lei è liquido, così come per suo padre paracadutista era fatto di aria impalpabile. Per questo, quando fa il bagno in vacanza, non si allontana mai troppo dalla riva. Però la vasca dovrebbe rassicurarla, accoglierla entro confini familiari: eppure, oltre il limite della quarta sponda per la Pellegrini suona l'allarme. Due giorni fa, quando si era di nuovo bloccata alla partenza dei 400 stile libero, aveva confessato: "Il problema è nato alle Olimpiadi: andavo così forte che pensavo di morire". Di morire, letteralmente: non di essere sconfitta da una qualche rivale, magari dall'odiata Manaudou, cui la Pellegrini aveva soffiato il fidanzato Luca Marin, dopo una soap-opera natatoria con tanto di lancio pubblico dell'anello da parte della francesina. E allora la sua sfida è abbattere ogni primato, solo per uscirne viva il prima possibile, da quel catino. Fare sempre più in fretta, lavarsi l'ombra maledetta del panico con una doccia, poi via a farsi un nuovo piercing, come quello «segreto» sul capezzolo sinistro, o un altro tatuaggio, come quello che ritrae l'Araba Fenice. Via a vivere, perché si può e si deve, a quell'età, dopo aver superato disturbi alimentari da ragazzina, e letto avidamente la Fallaci sperando di assorbirne la grinta. Vivere all'asciutto e al sicuro, «combattendo lo stress con il sesso sfrenato» (parole sue), magari posando per un calendario in topless, ma senza ansia di prestazione. Perché il nuoto può salvarti, o farti impazzire. Ci dev'essere un motivo, pensa Fede, se ho braccia e gambe, e non le pinne.

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