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Juventus a valanga, Catania si arrende

Buffon

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Ovvero: Buffon sta bene ed è parso desideroso di mettersi alla prova, Zanetti continua nella marcia verso la miglior condizione, Ariaudo è giocatore già in grado di ben figurare in una difesa sempre ben registrata e avanti così. A condire il tutto, il solito immenso Del Piero (oltre al gol, anche un palo, una traversa e un assist vincente) e la solita fame di vittorie: il Catania è stato travolto nei primi quindici minuti e ha fatto fatica a riprendersi, penalizzato da un Dica che fa fatica a stare in piedi e da una difesa un po' allegrotta. La Juve, passata in vantaggio dopo nemmeno cinque minuti (tap in vincente di Marchionni, dopo una respinta corta di Bizzarri su colpo di testa di Del Piero) ha gigioneggiato pure troppo: ancora Marchionni, poi Giovinco e Amauri hanno sfiorato più volte il raddoppio dopo scambi nel breve da applausi ma anche un po' fini a se stessi. Il Catania è così rimasto in partita più a lungo di quanto avrebbe forse meritato anche perché, appena prima dell'intervallo, Del Piero ha colpito il palo dopo un'azione personale da applausi. Stesso copione anche nella ripresa: Catania squinternato, Bizzarri super su Del Piero, un rigore chiesto dalla Juve per un intervento di Sardo su Sissoko e via con questa solfa. C'è spazio anche per una gomitata (a gioco fermo: reazione) di Del Piero a Silvestre, giusto per scaldare un po' gli animi e far capire che la partita è vera: Zenga chiama Paolucci (cresciuto nella Juve) per cercare di ridare vita a un attacco anemico, ma non è che le cose cambino di moto. Anzi: la Juve accelera e chiude la pratica a metà tempo. Ci pensa Del Piero, al solito: prima un assist di testa per il raddoppio di Giovinco, poi il successo personale con una conclusione di sinistro dopo la solita sgroppata di Marchionni sulla destra e una piroetta su se stesso per liberarsi del diretto avversario. Fine della corsa: partita finita, Catania eliminato e Inter avvisata.

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