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Totti, sfida doppia

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Se ora sulla diagnosi non ci sono più dubbi, non sono invece certi i tempi di recupero: si va da quaranta a sessanta giorni. Lo stesso Luca Franceschi, addetto al recupero infortunati della Roma ha spiegato a Radio Radio che «in teoria la lesione di primo grado comporta uno stop di un mese. Quella di secondo grado due mesi». Franceschi ha anche spiegato però che «bisogna analizzare il tipo d'infortunio e dipende anche dalla muscolatura del singolo giocatore». Ed è proprio quest'ultimo fattore che lascia ben sperare nel caso di Totti. Il capitano, infatti, nel corso della carriera ha sempre risposto molto bene agli infortuni muscolari. Non solo: il bendaggio compressivo applicato subito dopo lo stop di Catania ha limitato il versamento e il dolore è già diminuito sensibilmente. Non è quindi azzardato prevedere qualche settimana di anticipo sui due mesi citati da Franceschi. Totti al ritorno dalle vacanze in Kenya si sottoporrà a nuovi accertamenti e il 3 gennaio inizierà la vera e propria fase di recupero. Nel caso avessero ragione i più ottimisti, Totti potrebbe essere già pronto per domenica 25 gennaio, giorno di Roma-Napoli, ma il suo rientro potrebbe ragionevolmente slittare di un paio di settimane, probabilmente all'8 febbraio nella sfida con il Genoa. Una cosa è certa: a rischio non c'è la sfida di andata con l'Arsenal del 24 febbraio. Prima degli esami a Villa Stuart, Totti si è reso protagonista di un'iniziativa benefica: ha visitato i bambini del reparto pediatrico del Policlinico Umberto I. E in serata sono arrivate le parole del presidente federale Abete sul suo possibile ritorno in nazionale. «L'età di Totti non gli crea dei problemi rispetto al 2010. Per prima cosa - aggiunge Abete - è necessario che recuperari bene da questo infortunio e che mantenga questo tipo di continuità e l'ottimo rapporto con Lippi. Poi l'incontro delle volontà è sempre dato da due soggetti, un tecnico che ritiene il giocatore idoneo e un giocatore che ritenga di impegnarsi in una competizione mondiale sapendo che questo richiede sacrifici e rinunce». È ancora troppo presto per pensarci.

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