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Lotito: "Nel 2012 sarà pronto lo stadio della Lazio"

Claudio Lotito

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Gira per la città con una cartella trasparente («mica una borsa di marca», tiene a precisare) che contiene mappe, planimetrie e foto del progetto più importante della storia della società più antica della Capitale. Vuole costruire lo stadio sulla Tiberina ma attende l'ok di Alemanno e degli esperti. Se le risposte fossero negative, è pronto a prendere in esame alternative che però allungherebbero i tempi. Presidente, ci sono novità sullo stadio? «L'amministrazione comunale ha dato ampia disponibilità a discutere il progetto, ovviamente nel rispetto dei ruoli. La costruzione di uno stadio o meglio di un cittadella biancoceleste non è importante solo per il club ma anche per la cittadinanza. Questo perché lo stadio porta oltre a tanti soldi anche ritorni occupazionali importanti. Sono previste circa tremila assunzioni nelle attività dirette e indirette. Nella struttura ci sarà anche un albergo senza dimenticare cinema e supermercati». Tiberina o Settebagni? «Intanto voglio precisare che sulla Tiberina il Tevere non ha esondato. Vigili del fuoco e autorità di bacino hanno escluso qualsiasi tipo di problema. Anche nei momenti peggiori della piena, il Tevere si è sempre mantenuto almeno due metri al di sotto dell'argine. Sulle aree in cui vorrei costruire lo stadio, in ogni caso il fiume non passa, lambisce solo la parte finale e marginale e non ci sono rischi di esondazione». E le infrastrutture e i collegamenti? «Si potrà arrivare anche con un battello via fiume da Castel Giubileo, in quel punto il Tevere è navigabile. La ferrovia è lì vicino e nei pressi c'è anche lo svincolo autostradale». La Roma è un po' indietro: ha il timore che questi problemi rallentino anche il progetto della Lazio? «I progetti devono essere svincolati. Quando la Roma ha avuto la sua cittadella dello sport la Lazio non ha creato problemi. Lo stadio dev'essere considerato l'unica iniziativa in grado di salvare il calcio, noi siamo diversi dall'Inghilterra. Da loro abbiamo preso il sistema della divisione dei diritti televisivi ma non abbiamo capito che lì i soldi delle televisioni coprono solo il 25% dei bilanci, il resto è garantito da merchandising e da stadi. In Italia avviene esattamente l'opposto. Se un giorno Sky deciderà di dimezzare gli investimenti, si finirà nel caos». Quanto tempo ci vorrà per lo stadio? «Se c'è la volontà di tutte le componenti istituzionali della regione, basterebbero sei mesi per ottenere le autorizzazioni necessarie e poi un paio di anni e mezzo per costruirlo, quindi il 2012 potrebbe essere una data attendibile. Io ho visionato tanti altri stadi nel mondo e da ognuno ho carpito le cose che mi piacevano. Ieri parlavo con dei tedeschi venuti appositamente a Roma. Sono quelli che hanno curato gli stadi più importanti al mondo e mi ha fatto piacere il loro apprezzamento sull'ipotesi del progetto. Dobbiamo costruire una struttura che sia il più possibile avvenieristica. Deve avere una vita di almeno 100 anni. Non a caso abbiamo previsto cose molto importanti, anche dal costo elevato. Ma anche per poter creare degli eventi di carattere «spettacolare», concerti e quant'altro. Prevediamo inoltre un sistema di autoproduzione di energia, con pannelli fotovoltaici». Quale sarà la capienza? «Abbiamo circa 26 mila abbonati, in genere abbiamo sui 35 mila spettatori ogni partita. Con uno stadio nuovo avremo un incremento fino al 50% del valore attuale. I calcoli quindi portano proprio a 50-55 mila posti, che sarà la capienza del nostro stadio. Prevediamo un'area di ben 35 ettari dedicata esclusivamente ai parcheggi, anche interni con ascensore che porta direttamente al piano». Quanto costerà tutto il progetto? «Una cifra elevatissima. Che più o meno si può avvicinare ai 500 milioni di euro ma nessun cittadino tirerà fuori un euro. Sarà una cittadella dello sport, dove avranno spazio tutte le attività della polisportiva. Il mio progetto sarà in grado di produrre circa 100 milioni di ricavi all'anno, che ovviamente poi potrebbero essere investiti sul mercato della Lazio». Veniamo alla squadra. Quando riscatterà Zarate? «Il giocatore vuole rimanere alla Lazio, su questo mi pare che non ci siano dubbi. C'è uno strumento contrattuale che consente alla Lazio di riscattare il giocatore. La Lazio se ne vuole avvalere e farà tutto per tenere Zarate». Tutto ok con Rossi? «Non ho mai parlato con Donadoni. Non ho pensato di sostituire Rossi perché il progetto della Lazio è partito intorno a lui. Non c'è alcun rischio che solo perchè è in scadenza di contratto possa contare meno all'interno dello spogliatoio». Il procuratore di Mauri ha detto che andrà via. «Questi agenti hanno troppa importanza. È un sistema malato che andrebbe normalizzato. I procuratori dovrebbero curare solo alcuni interessi dei calciatori e invece ormai strabordano, li sostituiscono in tutto. In questa storia, come sempre, siamo dalla parte dell'allenatore». Perché ha ingaggiato Tare? «Il panorama dei direttori sportivi in Italia non è all'altezza, Igli è un ragazzo serio, parla cinque lingue e incarna i valori della Lazio, conosce benissimo questo mondo, ha una credibilità internazionale». Non era meglio un laziale di più lunga data? «Con Tare io ho scelto una persona di grande professionalità. Non è detto che gli ex giocatori, solo perché hanno fatto qualche gol trent'anni fa, debbano per forza stare in società. Chinaglia era buono per il passato, ma io voglio costruire il futuro». I rapporti con la Sensi come vanno? «Ci sono state delle battute sulla Lazio a Carramba... (noi eravamo in Champions, voi in televisione»....). Non voglio rispondere a queste cose, non è nel mio stile. E, in ogni caso, credo che la mia società non debba fare la corsa sul club dirimpettaio».

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