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Ecco il Giro delle rivoluzioni Ventuno tappe e finale a Roma

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La rivoluzione è rappresentata dal tracciato e da un finale che non sarà, come era consolidata tradizione, a Milano, bensì nella Capitale. Roma accoglierà la crono conclusiva del Giro, 15 km in circuito sui Fori Imperiali, uno scenario immaginifico per la resa dei conti tra Armstrong, Sastre, forse Evans, e i nostri Basso, Cunego, Di Luca e Simoni. Nel dettaglio, il percorso presenta meno trasferimenti tra una tappa e l'altra rispetto agli ultimi anni (i corridori sentitamente ringraziano). E la rivoluzione non riguarda solo il gran finale, ma è anche tecnica: già dal quarto giorno il gruppo affronterà le Dolomiti, col doppio arrivo in salita di San Martino di Castrozza e Alpe di Siusi; quindi tre tappe mosse (con sconfinamento in Austria), una passerella a Milano, il giorno di riposo, e poi il 19 maggio la Cuneo-Pinerolo, rievocazione della tappa resa mitica da Coppi nel '49. La crono tosta arriva alle Cinque Terre, dodicesima frazione: 61 km con due salite dure, praticamente un massacro. Lasciate alle spalle le Alpi, i giochi si faranno comunque in salita, eccezionalmente sugli Appennini: le occasioni non mancano, tra le tappe di Bologna (San Luca), Faenza e Monte Petrano (terzo arrivo in quota, frazione durissima). Martedì 26 ci sarà il secondo riposo, quindi gli ultimi traguardi in salita, sul Block-Haus (Chieti) e sul Vesuvio. E quindi, Roma a suggellare la festa rosa. Un percorso indecifrabile, in definitiva: forse bello proprio per questo.

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