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L'umiltà è il segreto giallorosso

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Le incertezze dell'avvio giallorosso e la fulminante ripresa hanno oggi il sapore di una astuta pretattica. Solo il contemporaneo, tormentato percorso del campionato dice che la Roma era inguaiata davvero e che proprio alla Coppa deve la ritrovata condizione tecnico-tattica e la conoscenza dei propri mezzi. Proprio come la Juve, risorta affrontando e battendo il Real Madrid. Lo dico per riaffermare quanto sostengo da tempi lontani: vincere aiuta a vincere. Quelli che fingono (amara) soddisfazione per essere stati espulsi dall'Europa e giurano «adesso possiamo dedicarci interamente al campionato» vedi la Fiorentina, rischiano doppia dose di rimpianti. Perdere aiuta a perdere. Viola a parte, non mi stupirei se l'insoddisfacente, e per certi versi umiliante, esperienza di Champions incrinasse anche il meccanismo dell'Inter, fino a ieri ritenuto quasi perfetto. Inter spietata - s'era detto - bulldozer, meravigliosa macchina da guerra: non vorrei che la famosa definizione di Occhetto finisse per portare allo scoperto limiti fino ad oggi celati dall'intelligente atteggiamento tattico disposto da Mourinho; il quale spacciato per profeta del Nuovo Calcio ha invece saputo portare in campionato tutta la cultura italianista. Mi piace immaginare, dunque, che dal prossimo turno di campionato si possa trarre lo spunto per un importante cambiamento, magari una rivoluzione. Juve-Milan arriva al momento giusto per negare un totale «via libera» all'Inter. La Roma deve ulteriormente aggiornare i suoi piani. Adesso è allo scoperto, chi l'ha affrontata nella fase critica sa invece di aver davanti una squadra in piena rinascita. Diciamo il Cagliari, prossimo avversario: Allegri potrebbe ripetere l'operazione Napoli, ben riuscita proprio perché la squadra di Reja era troppo...allegra, troppo sicura di sé. La grande virtù della Roma in questa delicata fase della stagione è stata l'umiltà. Dopo il boom europeo dovrà non solo continuare a servirsene ma addirittura imporsene dosi massicce. È giustosognare la finale di Champions, ma questo deve restare un pensiero confortante, un supplemento natalizio. La Roma di oggi è tornata all'antico: a farsi dei nemici. Se ne guardi. E tema anche gli amici. E mantenga un profilo basso.

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